Torna oggi al cinema il celebre film diretto da Mel Brooks e uscito nel 1974 con Gene Wilder nel ruolo principale. Frankenstein Junior è una delle migliori commedie di sempre e probabilmente il miglior film del regista. Si tratta di una parodia impeccabile di un classico del cinema horror, facendosi anche riconoscere come uno dei più riusciti adattamenti della storia di Frankenstein.
La trama trae liberamente ispirazione dai famosi film della Universal Pictures, tra cui Frankenstein (1931), La moglie di Frankenstein (1935), Il figlio di Frankenstein (1939) e Il terrore di Frankenstein (1942), diretti da James Whale e altri registi. Mel Brooks non si limita a parodiare queste opere, ma le omaggia con attenzione, impiegando scenografie, costumi e una fotografia in bianco e nero che evocano lo stile dell’epoca. Durante la sua carriera, Mel Brooks ha deliziato il pubblico con numerose opere indimenticabili, tra cui Per favore, non toccate le vecchiette (1968), Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974), Alta tensione (1977), La pazza storia del mondo (1981) e Balle spaziali (1987) per il quale sembra in cantiere un sequel.
Frankenstein Junior – Trama
Il dottor Frederick Frankenstein, interpretato con grande personalità da Gene Wilder – che ha co-scritto il film insieme al regista – si dirige verso il castello di suo padre per gestire l’eredità familiare dopo la sua scomparsa. Tuttavia, non è particolarmente fiero della sua stirpe. Infatti, desidera che tutti pronuncino il suo cognome come Frankenstin.
Dopo una divertente scena d’addio con la sua fidanzata Elizabeth, interpretata da Madeline Kahn, alla stazione ferroviaria, Frederick arriva in una remota località della Transilvania. Viene accolto da Igor, interpretato da Marty Feldman, che sceglie di farsi chiamare Aigor (in inglese Eye-Gore, un gioco di parole sul suo strabismo) per imitare e prendere in giro il suo nuovo padrone. Durante la sua visita, incontra anche la bella e bionda Inga, interpretata da Teri Garr, l’assistente di laboratorio del defunto padre. Infine fa la sua apparizione Frau Büchler (Cloris Leachman), un tempo amante e assistente del Barone, questa donna riesce, attraverso un inganno, a far ritrovare a Frederick gli appunti del nonno, in cui sono annotate dettagliatamente le procedure per riportare in vita una creatura morta.
La trama si dipana in azioni mirabolanti quando Frederick e Igor, alla ricerca di un cadavere, rubano un cervello da un laboratorio, ma un incidente porta a impiantare un cervello etichettato “ABNORMAL”. Dopo un iniziale fallimento, la creatura si risveglia e scappa, creando scompiglio. Durante un’esibizione per dimostrare la sua bontà, il mostro fugge di nuovo e viene catturato dalla polizia, solo per rapire Elizabeth, che si innamora di lui.
La genesi del film
Nella sua autobiografia del 2020, All About Me!, Mel Brooks racconta che un giorno, sul set della città western di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, mentre erano in pausa pranzo, ha notato Gene Wilder appoggiato all’ufficio dello sceriffo, intento a scarabocchiare su un blocco appoggiato sulle ginocchia. Il regista chi chiede se vuole pranzare e lui risponde: “Tra un minuto, devo finire un pensiero”. Ha poi passato il blocco a Mel Brooks e in cima c’era scritto Frankenstein Junior. Wilder ha spiegato che era un’idea per un film sul nipote del barone Frankenstein, uno scienziato rigido che non crede a tutte quelle sciocchezze sul riportare in vita i morti.
Frankenstein Junior – Recensione
Mel Brooks attraverso il suo lavoro ha spesso preso di mira vari generi e miti, dissacrandoli o anche omaggiandoli; Frankenstein Junior è un ulteriore esempio della sua genialità, un tributo al cinema horror che merita di essere celebrato. È comune considerare certe opere, come questa, sacre e intoccabili, e potrebbe sembrare inappropriato, ma nel caso di questo film non è affatto ingiustificato. La pellicola evoca con grande maestria gli echi letterari e cinematografici del genere, non limitandosi a un semplice intento parodistico. In questo ampio contesto in cui si inserisce, Frankenstein Junior emerge come l’apice del genio, risultando forse l’opera più ricordata della sua filmografia. Infatti molte scene comiche continuano a essere ricordate ancora oggi. La più iconica ormai rimasta nella memoria collettiva è la scena in cui Igor dice “Potrebbe esser peggio… potrebbe piovere!”.
Il film funziona su più livelli: innanzitutto come una commedia esilarante, ma anche come una storia sorprendentemente toccante, capace di reggersi su se stessa. Gran parte del merito va dato anche alle interpretazioni di Gene Wilder nel ruolo del giovane Frankenstein e di Peter Boyle nel ruolo del mostro. Entrambi recitano con una forza espressiva incredibile quando necessario, ma sanno anche donare una sottigliezza e un controllo straordinari alle loro performance. Boyle, in particolare, riesce a dare vita a un personaggio che è sia esilarante che patetico, capace di strappare sempre un sorriso.
Conclusioni
Dopo 50 anni, Frankenstein Junior continua a far ridere e a sorprendere, dimostrando di essere un capolavoro intramontabile. La geniale parodia di Mel Brooks non solo rende omaggio ai classici dell’horror, ma li reinventa con un tocco di umorismo e una freschezza che risuona ancora oggi. Rivederlo sul grande schermo è un’occasione imperdibile per celebrare un film che ha segnato la storia del cinema comico.
Un Capolavoro che ancora oggi riesce a sorpredere per le grandi interpretazioni dei singoli attori che, insieme ad una sceneggiatura solidissima, la regia sorprendente di Mel Brooks, hanno dato vita ad una pellicola immortale da vedere e rivedere.
Un film che ha segnato un’intera generazione per la freschezza delle battute divenute con il tempo immortali, come fossero frasi da ricordare davanti agli amici per rallegrare una serata.