Dopo l’esperienza di svariati altri progetti, il regista di L’uomo senza sonno Brad Anderson nel 2019 ritenta il colpo con il suo nuovo Fractured. Per l’occasione, collabora con lo sceneggiatore Alan B. McElroy (firma del franchise di Spawn), per una distribuzione ufficiale targata Netflix. Il film è infatti reperibile per tutti gli abbonati della piattaforma. Protagonista assoluto del lungometraggio è il già fortunato Sam Worthington (interprete primario in Avatar e nel successivo La via dell’acqua). Al suo fianco, Lily Rabe (American horror story) e Adjoa Andoh (Bridgerton). Il prodotto, dell’agile durata di cento minuti, si inserisce nel filone thriller.
Fractured – La trama
In auto, la famiglia Monroe si accinge a raggiungere i parenti per festeggiare il Ringraziamento. Nonostante il clima di festa, c’è tensione tra Ray (Sam Worthington) e sua moglie Joanne (Lily Rabe), che gli rinfaccia svariati comportamenti innervosendolo. Il clima litigioso non passa inosservato alla figlia Peri, di pochi anni, che vi mette comunque forzatamente fine costringendo i genitori ad una sosta per una pausa bagno. Appena prima di ripartire, proprio mentre Joanne fa gli ultimi acquisti al chiosco adiacente, accade l’inimmaginabile. Mentre il padre sistema il veicolo, un cane randagio fa capolino dalla boscaglia poco distante e si dirige verso la bambina, che in breve si ritrova stretta fra l’animale e un dirupo. L’azione di Ray è pragmatica e fulminea: Peri è salva, ma deve comunque essere portata in ospedale per degli accertamenti a seguito di un urto. Così, fra i commenti arrabbiati di Joanne, la famiglia riparte.
I tre giungono all’ospedale più vicino, ma da quando vi mettono piede sembra instaurarsi una corsa a ostacoli dettata da una burocrazia senza fine. I tempi di attesa si dilatano, e le ire di Joanne verso l’accaduto hanno modo di distendersi. Vengono però sostituite dall’insistenza con cui chiede al marito di velocizzare le pratiche, a fronte di con un personale medico che sembra ignorarli. Dopo aver compilato decine di moduli tra l’indifferenza dello staff e le indicazioni contraddittorie che esso fornisce, Peri riesce ad essere visitata. La piccola sta bene, ma il personale consiglia esami più approfonditi al piano inferiore, dove la madre la accompagna. Quando rimane solo, inizia per Ray un vero e proprio incubo. La realtà si fa distorta, i volti dell’ospedale testimoni fallaci e le presenze dei familiari diventano fantasmatiche. Tra traumi pregressi e verità taciute, riuscirà Ray a riemergere dallo stato confusionale?
Fractured – Recensione
La leva su cui fa perno la scrittura di Fractured, così come il suo scheletro emotivo, è quello della coesione del nucleo familiare. L’andamento del film appoggia infatti in toto sul primordiale senso di protezione paterna di cui il personaggio di Sam Worthington si sente investito. Una figlia da proteggere, una moglie da tutelare: questo il chiodo fisso della figura genitoriale di Ray, che anche quando inizia vacillare sulle proprie certezze non perde mai di vista il suo obiettivo. Tutto il lungometraggio si appoggia infatti su di lui, e sugli ostacoli che incontra nel cercare di manifestare questo atavico senso di responsabilità, universalmente comprensibile – e dunque facilitante il livello di engagement con lo spettatore. Proprio quegli ostacoli, insieme all’ambientazione ospedaliera, determinano presto un avvincente (almeno nelle premesse) sviluppo claustrofobico fatto di labirintici corridoi, scarsa illuminazione e personalità in camice senza volto né memoria.
Il clima di tensione di Fractured, quantomeno su carta e nello spunto di partenza, viene costruito sapientemente. Facendo perno su urgenze universali, e dunque su un’empatia agevolata, l’oscurità dello sviluppo non tarda a stritolarci. Si passa così dalle ostilità di alcune dinamiche familiari alla rigidità del sistema ospedaliero, finendo poi per cadere nello straniamento di un uomo in trappola. Valanghe di dubbi stritolano il riverbero di una certezza, quella di Ray, che sembra ormai distante anni luce. Dubbi che si instaurano in effetti dall’accesso al mondo ospedaliero e delle criticità che gli sono proprie. Tempi d’attesa infiniti, firme e burocrazia a non finire, l’indifferenza di fronte ad una giovane vita in pericolo: nei suoi sviluppi iniziali, il film sembra configurarsi come una critica al sistema sanitario impostata su una dialettica ingegnosa con i generi cinematografici.
Lo spreco di premesse accattivanti
Probabilmente, se Fractured avesse cavalcato (in modo magari meno fantasioso, ma più efficace ) questa vena di sopraggiunta critica sociale, il risultato ultimo del prodotto sarebbe stato più felice. In breve, invece, con lo scorrere del minutaggio questa linea si annacqua, si stempera. Lo scacco è definito dall’introduzione dei traumi pregressi del protagonista, che giustificano e incoraggiano il suo effettivo stato confusionale.
Subentra in questo modo una vena eccessivamente febbrile e paradossalmente prevedibile, con un protagonista alternativamente in fuga da o in corsa verso l’ospedale, braccato dal braccio della legge e dal personale sanitario. Un andamento esagitato, che sfocia in parte in una sequenza conclusiva di stampo action-gore (in definitiva dissonante rispetto al restante corpo filmico) e in altrettanta parte in un finale non particolarmente sorprendente, ma anzi a più riprese annunciato.
Questa svolta tendenzialmente limitante si unisce purtroppo ad un ensemble di personaggi secondari che si rivelano con lo scorrere dei minuti decisamente poco approfonditi, a tratti addirittura macchiettistici. Nonostante la capacità degli interpreti, essi sono portati in scena con performance poco convinte – e di conseguenza, inevitabilmente poco convincenti.
È dunque difficile, di fronte a Fractured, non pensare ad uno spreco di potenziale. Le premesse erano di certo buone per impostare un altro tipo di discorso, meno dinamico ma più incisivo. Le scelte su quelli che sono però gli sviluppi lo fanno perdere un po’ troppo nel lungo andare, tratteggiando un prodotto complessivamente bidimensionale, un pop-corn movie dalla taratura creativa rivedibile.