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First Man-il primo uomo

“Questo è un piccolo passo per un uomo e un gigantesco balzo per l’umanità.”
(Neil Armstrong, primo uomo a mettere piede sulla Luna, il 20 luglio del 1969)

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“First Man”, diretto dal premio Oscar Damien Chazelle, narra fedelmente i fatti realmente accaduti prima di riuscire a compiere questa impresa; il regista di “Whiplash” e “La La Land” si ispira alla biografia ufficiale “First Man: The Life of Neil A. Armstrong” per raccontare molto dettagliatamente la vita intima del pilota e la sua personalità complessa e tormentata, d’altronde come disse il compianto Mark Twain: “Ognuno di noi è una luna: Ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro.”

First Man

Numerosi sono i flashback in questa pellicola che riesce a contrapporre con grande equità l’Armstrong “pubblico” con quello “privato”. Il candidato al premio Oscar Ryan Gosling offre un’interpretazione magistrale riuscendo a tratteggiare alla perfezione un uomo schivo e freddo che non era solito manifestare le sue emozioni; Claire Foy è altrettanto brava nell’ interpretare una moglie dolce e innamorata che quando serve riesce però a tirar fuori gli attributi.
Chazelle ancora una volta ci parla di sogni e di ossessioni; in “Whiplash” c’era un ragazzo che con mille sacrifici riusciva a diventare un musicista, in “La La Land” una giovane donna che inseguiva il desiderio di diventare un’attrice, mentre in “First Man” un uomo ha il sogno di andare sulla luna.
E dato che, come asseriva il poeta statunitense Carl Sandbue, “La luna è l’unico amico con cui il solitario può parlare”, l’introverso Neil Armstrong riuscirà ad andarci di persona spinto anche da motivi personali come la morte della figlia piccola e di molti suoi colleghi a cui voleva bene.

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First Man

Per il protagonista è come se andare sulla luna equivalesse a lasciare lì i propri demoni interiori per ripartire da zero; l’unico satellite naturale del nostro pianeta comunicherà in qualche modo con Armstrong dicendogli di non pensare più al passato bensì di guardare felicemente al futuro. Il pilota, con un gesto molto significativo, dimostrerà di comprendere il messaggio anche perché citando William Shakespeare: “Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.”

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“First Man”, uscito l’anno scorso, ha incassato 100,5 milioni di dollari in tutto il mondo ed ha ottenuto critiche lusinghiere da gran parte della critica aggiudicandosi il premio Oscar per i migliori effetti speciali.

La colonna sonora è stata curata da Justin Gabriel Hurwitz, il compositore feticcio di Chazelle che si era occupato anche delle musiche di “Whiplash” e “La La Land”, vincendo grazie a quest’ultimo due premi Oscar e due Grammy Awards.

In “First Man” Hurwitz fonda il suono tradizionale d’orchestra con quello sperimentale, utilizzando strumenti di mock-up per riprodurre melodie meccaniche e strane distorsioni.

Per trovare il giusto connubio tra “tecnologia e umanità” inoltre il musicista, nonché sceneggiatore statunitense, si è servito del “theremin”, un antico strumento elettronico che non prevede il contatto fisico dell’esecutore con lo strumento.

Il film ha suscitato alcune polemiche in quanto il regista ha omesso la celebre scena in cui l’astronauta piazza la bandiera statunitense sul suolo lunare, di conseguenza alcuni politici americani lo hanno addirittura accusato di antipatriottismo.

Gosling e Chazelle si sono difesi asserendo che erano maggiormente interessati all’aspetto intimo e personale di Armstrong rispetto a quello pubblico e che la luna è una conquista di tutti, non solo americana.

Nel corso degli anni la settima arte ha realizzato numerosi capolavori che hanno avuto come protagonisti uomini aventi a che fare con lo spazio, impossibile a tal proposito non menzionare “Apollo 13”, “The Martian”, “Interstellar” e “2001: odissea nello spazio” tra i tanti, tutte opere che hanno lasciato il segno.

Pertinenti risultano essere le seguenti parole di Armstrong rispetto all’impresa compiuta: “La cosa più importante della missione Apollo fu dimostrare che l’umanità non è incatenata per sempre a un solo pianeta, e che le nostre visioni possono superare quel confine, e che le nostre opportunità sono illimitate”.

Voto autore: [usr 3,5]

 

 

 

 

Davide Pirovano
Davide Pirovano
Mi piacciono le arti visive contemporanee e mi piace pensarle in un’ottica unificatrice. Non so mai scegliere, ma prediligo le immagini e storie di Gaspar Noé, David Fincher, Yorgos Lanthimos e Xavier Dolan.

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