Film cult del 1992 che compiono trent’anni
Quest’anno si festeggia l’anniversario di grandi film. Alcuni cult, altri capolavori veri e propri e altri ancora che hanno segnato la generazione degli anni Novanta. Trent’anni non sono pochi per un film, alcuni ne portano inevitabilmente il peso invecchiando col passare del tempo, ma ciò non toglie che al momento dell’uscita e negli anni successivi abbiano in qualche modo segnato la storia del cinema o semplicemente abbiano creato un ricordo ancora vivido nella nostra mente al solo sentirne pronunciare il nome. Il 1992 fu l’anno de Le Iene, de L’ultimo dei Mohicani, di Sister Act, de Gli Spietati, di Dracula di Bram Stoker e di tantissimi altri film il cui posto nell’immaginario collettivo è praticamente intoccabile. Altri film cult di quell’anno però non vengono ricordati o semplicemente menzionati abbastanza. Ecco quindi cinque film cult -e non i soliti- del 1992 che quest’anno compiono la bellezza di trent’anni:
Parenti Serpenti di Mario Monicelli
Si comincia con un gigante del cinema nostrano e un maestro della commedia all’italiana. Mario Monicelli nel 1992 ci deliziava con il suo film Parenti Serpenti, la storia di una riunione familiare che si trasforma nell’occasione perfetta per rivelare tutti i rancori fino ad allora sopiti. E’ un ritratto cinico della tipica famiglia italiana sì devota alle tradizioni -in questo caso il cenone di Natale-, ma la verità è un’altra e verrà fuori nel momento cruciale del film quando a prendere il sopravvento saranno accuse, gelosie e segreti tra i membri della famiglia. E’ un’opera sempreverde che ancora oggi mantiene il suo seguito e il tempo lo ha reso uno di quelle classiche pellicole da guardare durante le feste natalizie.
I protagonisti di Robert Altman
E’ una commedia, ma anche un giallo, in poche parole un’opera profondamente altmaniana. I protagonisti è un film corale, spesso dimenticato, ma da annoverare tra i migliori del decennio ’90. Al centro della trama il dirigente di una società cinematografica che un giorno, tra le decine di sceneggiature che legge, scova una lettera anonima in cui viene minacciato di morte. Griffin Mill -questo il nome del protagonista- porrà involontariamente fine alla sua vita. I protagonisti di Robert Altman è una satira sul mondo del cinema e in particolare di Hollywood intelligente e divertente. Un cast incredibile tra i quali Tim Robbins, Whoopi Goldberg, Sidney Pollack e diverse star che interpretano sé stesse. Tim Robbins e Altman furono premiati a Cannes rispettivamente per la Miglior Interpretazione e la Miglior Regia, perché Altman si concede anche un meraviglioso piano sequenza di otto minuti che i cinefili adoreranno di sicuro.
Candyman di Bernard Rose
L’unico e solo Candyman. Il 1992 è l’anno in cui nacque una delle ultime vere e proprie icone del genere horror. Candyman-Terrore dietro lo specchio è basato sul racconto The Forbidden di Clive Barker e racconta la storia di quest’uomo soprannominato appunto Candyman che terrorizza il quartiere popolare di Cabrini-Green. Una studentessa, Helene Lyle e la sua amica Bernadette, si mettono sulle sue tracce, perché vogliono provarne l’esistenza. Candyman infatti è protagonista di una leggenda metropolitana e, se evocato attraverso lo specchio, uccide il malcapitato di turno. Il film di Bernard Rose rappresenta un po’ un ponte tra lo slasher anni ’70 e ’80 e gli anni ’90 che sappiamo aver rappresentato la rinascita di questo filone. E’ un buonissimo film horror, iconico come i suoi protagonisti, Virginia Madsen e Tony Todd. Nessuno dei film successivi è riuscito a eguagliarne la potenza.
Malcom X di Spike Lee
Un film importante, un film per cui Spike Lee invitò tutti gli afroamericani a scioperare e a saltare la scuola, perché avrebbe insegnato loro una pagina di storia fino ad allora tenuta nascosta. Malcom X, tratto dall’Autobiografia di Malcom X, vive della magnifica interpretazione di Denzel Washington che venne nominato all’Oscar e ricevette il premio come Miglior Attore al Festival del Cinema di Berlino. Un biopic appassionato e appassionante della durata non indifferente di più di tre ore, ma che non perde lo spirito e l’anima della vita dell’uomo che racconta e soprattutto di chi lo ha girato. Forse non propriamente riuscito nella sua totalità, ma è indubbia la sensazione e la fame di voler conoscere ancora di più su questo leader afroamericano un po’ messo in ombra dal suo contraltare, Martin Luther King.
Porco Rosso di Hayao Miyazaki
Quando si tratta dello Studio Ghibli vi è l’imbarazzo della scelta. Tanti capolavori e film cult e Porco Rosso rientra sicuramente tra questi. Diretto da Hayao Miyazaki, è liberamente basato sul manga Hikōtei jidai scritto dallo stesso regista. Ambientato in Italia nel periodo tra le due Guerre Mondiali ha per protagonista un misterioso aviatore con le sembianze di un maiale chiamato appunto Porco Rosso e definito come il terrore dei pirati del Mar Adriatico. Per fronteggiarlo, questi si affidano all’americano Curtis, un avventuriero che sfiderà a duello Porco Rosso. Un film divertente con sequenze memorabili che scaturisce riflessioni tutt’altro che banali. Questo film mostra un Miyazaki politico che non si ripeterà più o almeno non così esplicitamente e ricordate: “Meglio essere un maiale che fascista”.