HomeDrammaticoEnea - La recensione della seconda regia di Pietro Castellitto 

Enea – La recensione della seconda regia di Pietro Castellitto 

Come era lecito aspettarsi, dopo il successo del film d’esordio del 2020 I predatori (Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura a Venezia e miglior regista esordiente sia ai David di Donatello che ai Nastri d’Argento) Pietro Castellitto cerca conferme. Per farlo, sceglie una sede eccelsa quale è lottantesima edizione del Festival di Venezia. Così, la mattina del 5 settembre al Lido viene presentato Enea (115 minuti), in concorso per il Leone dOro. Il film, un dramma ambientato nell’alta borghesia romana, è prodotto da Frenesy di Luca Guadagnino assieme alla lanciatissima The Apartment, che quest’anno oltre al film di Castellitto ha in concorso a Venezia anche Priscilla di Sofia Coppola e Adagio di Stefano Sollima. La distribuzione nelle sale è curata dall’ormai storica Vision Distribution. 

Enea

La trama del film

Il giovane Enea (Pietro Castellitto) è un ambizioso rampollo della Roma bene. In quanto tale, trascorre le sue giornate nella capitale tra hobby e impegni dell’alta borghesia: il tennis, l’esclusivo club, la gestione di un ristorante fusion, la famiglia quantomeno peculiare e, ultimo ma non per importanza, un riuscitissimo giro di droga. In questo lo aiuta lamico Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio), timido ma acuto e riflessivo pilota di aviazione che dedica anche gran parte del suo tempo alla madre, colpita da una forte depressione. La famiglia del protagonista è un nevrotico e luccicante spaccato borghese: un placido padre (Sergio Castellitto) che sfoga in segreto le frustrazioni, una madre (Chiara Noschese) presente ma disattenta e a tratti superficiale e un fratello minore (Cesare Castellitto) aggressivo e turbolento. 

Le giornate del protagonista si susseguono tra sfarzo e noia, parzialmente rischiarate dall’incontro con la bellissima Eva (Benedetta Porcaroli), che diventa in breve la sua ragazza. Il presente prosegue seguendo il suo ritmo placido finché i due amici non rimangono invischiati in un giro di droga più grande di loro, e ben più complesso di quelli a cui sono abituati. Il conflitto coinvolge personalità di spicco della Roma altolocata, e stressa Enea come mai prima di allora portandolo a cercare soluzioni estreme. Quando i punti di riferimento del protagonista e dell’amico Valentino inizieranno a vacillare, i due dovranno capire in tempi molto brevi il da farsi per non cadere vittime del gioco al massacro in cui sono caduti loro malgrado. 

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Enea

Enea – La recensione

L’ambizione sembra essere il tratto caratteristico di questo Castellitto che si interfaccia per la prima volta in concorso per il Leone dOro a Venezia. E come poteva essere altrimenti, viene automatico domandarsi, dopo il risalto che è stato legittimamente dato alla sua opera prima. Frutto concreto di questa ambizione totalizzante risulta l’evidente volontà del regista di conferire carattere e personalità ad ogni inquadratura, ad ogni sequenza, facendo sì che nessun istante del film passi inosservato. Proposito indubbiamente ammirevole, che fa d’altro canto sì che il minutaggio si costelli di svariati orpelli registici che tendono poi a superare in ruolo e potenza la linea narrativa stessa del film, conferendo a quest’ultimo un andamento se non barocco sicuramente corposo. A visione ultimata, in definitiva, la sensazione è quella che sul piano prettamente registico Castellitto si sia auto-imposto un livello elevato attraverso una macchina da presa che manifesta la sua presenza assiduamente. 

Sembra dar appena meno prova di sé invece la scrittura dei personaggi, che accosta ruoli dal carico lievemente altalenante. In questo senso, infatti, figure estremamente ben delineate e caratterizzate si ritrovano accostate ad altre ben più abbozzate e se non superficiali sicuramente approfondibili (il riferimento, in primis, è alla Eva di Porcaroli). D’altro canto, è altrettanto doveroso ammettere che le buone interpretazioni fornite da un cast bilanciato, capace e variegato sembrano in parte riuscire a sopperire ad alcune di queste lievi sviste in fase d’ideazione e successivamente in sede di scrittura. 

L’Enea di Castellitto tra scrittura e produzione

Ciò che di certo in fase di scrittura non è venuto a mancare è il riferimento costante al parallelo dellEneide letteraria, e dell’Enea del mito, che si trasla anche (ma non solo) su pellicola nel percorso impervio del protagonista. Il riferimento all’opera letteraria, realizzata a scopo celebrativo di Roma, si ripropone anche in chiave di ironico ribaltamento negli scopi del film, in cui di certo a visione ultimata non permane una sensazione di glorificazione della Capitale. È proprio questa stessa ironia, in effetti, a percorrere l’intero testo filmico animandolo dall’inizio alla fine. La comicità di Castellitto è acuta, puntuale, volutamente non sempre elegante ma spesso sottile, tremendamente asciutta da farsi quasi cinica, comunicando al pubblico italiano per mezzo di un tono fresco, a suo modo indubbiamente innovativo. 

Con Enea, complessivamente, è lecito pensare che Castellitto jr. volesse fare le cose in grande (basti notare le risorse e il budget), manifestare la sua presenza in modo forte e deciso. Grazie al successo del film precedente gli sono stati concessi con entusiasmo i mezzi per cimentarsi in un tentativo così complesso, che per quanto elettrizzante finisce per non rivelarsi del tutto solido. La messa in risalto della regia finisce dunque per intaccare su una trama che, inevitabilmente, nella seconda parte del film sembra perdere il fuoco e confondersi appena. Forse, paradossalmente, la troppa voglia di dimostrare è ciò che frena di più il prodotto, che al netto di questo può comunque tranquillamente dirsi fresco, agevolmente fruibile e amaramente ironico come non sempre lo scenario cinematografico attuale riesce ad essere nel nostro Paese. 

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Enea è il nuovo fresco e determinato dramma di Pietro Castellitto, alla sua seconda regia dopo il successo del film d'esordio.
Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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