Emancipation – Oltre la libertà (Emancipation) è un film del 2022 diretto dal regista Antoine Fuqua (Training Day, L’ultima alba, King Arthur, Southpaw – L’ultima sfida, The Guilty, I magnifici 7, The Equalizer – Il vendicatore, ecc.) con protagonista il premio Oscar Will Smith (Men in black, Bad Boys, Io sono leggenda, La ricerca della felicità, Io Robot, Collateral Beauty, Aladdin, Una famiglia vincente – King Richard, ecc.).
Il film è ispirato alla storia vera di Peter il fustigato. Peter (noto anche come Gordon) divenne famoso grazie a quella foto terrificante che ritraeva le inuerevoli cicatrici delle frustate che gi erano state inflitte e perché il suo racconto e la sua foto furono pubblicati su Harper’s Weekly nel 1863. L’articolo fece scalpore e galvanizzò l’opposizione alla schiavitù. Questo film, basato su quell’articolo e sulla dichiarazione di Peter ai fotografi, costituisce la base della storia.
Al momento della sua uscita, Emancipation – Oltre la libertà è stato ingiustamente oscurato da quello schiaffo agli Oscar di marzo che Will Smith diede a Chris Rock. Chi si è concentrato solo sul clamore piuttosto che sul film si è perso un film straordinario e coinvolgente che è probabilmente il film di Fuqua meglio realizzato dai tempi di Training Day.
Questa storia lugubre e tragica di uno schiavo fuggitivo che diventa soldato è basata su fatti reali ed è ricca di avventure, ma anche di difficoltà, dolore e sofferenza infernali.
Emancipation – Oltre la libertà: la trama
Peter, un fabbro, viene strappato alla sua famiglia in una piantagione di cotone della Louisiana dai soldati confederati nel 1863. Viene arruolato per lavorare alla costruzione di una ferrovia per l’esercito confederato. Le condizioni di lavoro degli schiavi impiegati nel progetto ferroviario sono brutali e pericolose. Quando Peter viene a sapere che Lincoln ha emanato il Proclama di Emancipazione (1° gennaio 1863), decide di fuggire. Attacca le guardie di una fossa comune e lui e altri prigionieri (inclusi disertori confederati) riescono a fuggire.
Altri tre schiavi fuggono con Peter, che li conduce nella palude, dove gli inseguitori, a cavallo, avranno difficoltà a seguirli. I loro inseguitori sono guidati da Fassel (Ben Foster), un abile cacciatore e un tiratore scelto. Fassel, in una chiacchierata davanti al caminetto con i suoi compagni cacciatori, spiega di rispettare e temere gli schiavi che sta inseguendo. Teme che i neri possano sostituire i bianchi.
Fassel e i suoi abili cacciatori e cani da caccia inseguono gli schiavi attraverso e intorno alle paludi mentre si dirigono verso le forze dell’esercito dell’Unione vicino a Baton Rouge, a circa 65 chilometri di distanza. Peter non deve temere solo i cani (si strofina le cipolle addosso per scacciare l’odore), ma anche serpenti e alligatori mortali. Anche il cibo e l’acqua potabile scarseggiano.
Emancipation – Oltre la libertà: la recensione
Prodotta da Apple TV+, Emancipation è il tributo perfetto a un uomo che non ha potuto essere celebrato in vita, ma la cui integrità e discendenza saranno percepite per molte generazioni e decenni a venire.
Il regista Anton Fuqua e lo sceneggiatore Bill College hanno creato un’esperienza straziante, in parte dichiarazione storico-sociale, in parte film di inseguimenti, in parte epica battaglia.
Will Smith, offre un’interpretazione quasi esclusivamente fisica. Quando parla, lo fa o per impartire informazioni necessarie o per esaltare la sua fede religiosa, forte e indiscussa. È evidente che quest’uomo possiede una determinazione profonda che una vita di percosse non ha scalfito.
La fotografia di Robert Richardson è una delizia per gli occhi. Le immagini sono così desaturate che spesso possono essere scambiate per bianco e nero (solo le fiamme gialle sembrano squarciare la monocromia); l’effetto è quello di un dagherrotipo della Guerra Civile che prende vita. Inoltre, Richardson impiega droni per molte inquadrature panoramiche, tra cui un’incredibile sorvolo di un campo di battaglia che alla fine si posa sul volto imbrattato di Smith.
Smith offre un’interpretazione emotivamente potente, spingendo al limite lo stato mentale del suo personaggio. La trasformazione completa del corpo diventa evidente man mano che Smith si muove tra gli ambienti. Non solo si porta in modo diverso rispetto a qualsiasi altro film d’azione, ma indossa anche delle protesi pratiche per alterare il suo aspetto. A tratti, appare più forte di qualsiasi uomo sulla Terra, nonostante la corporatura snella. In altre scene, la sua fragilità diventa impossibile da ignorare. La sua lotta contro l’ambiente e le forze profondamente corrotte renderebbe questa una delle migliori interpretazioni della sua carriera, a sé stante.
Fuqua cattura l’atmosfera dell’Olocausto nella sua rappresentazione del Sud durante la Guerra Civile. Questa versione del Sud mostra tutto il dolore e la violenza che sappiamo fossero presenti nel Sud. Quando Smith ci attira con i suoi occhi giganteschi, Fuqua permette che le atrocità si manifestino sul suo volto. Questo è preferibile al fatto che il pubblico assista agli aspetti più deplorevoli della schiavitù.
Un cast d’eccezione
Will Smith, al suo primo ruolo da quando ha vinto l’Oscar, è pronto a far sapere al pubblico che questo non è l’ennesimo film sulla schiavitù, ma piuttosto un film sulla libertà. Peter sta intraprendendo un viaggio di liberazione dalla prigionia, mentale, fisica ed emotiva.
Una scena degna di nota è quella in cui Peter è incatenato come un cane sulle ginocchia, con un pastore tedesco che abbaia a pochi centimetri dal suo naso. Smith non batte ciglio né sussulta, nemmeno una volta. È un momento decisivo che illustra cinematograficamente la resilienza che Smith vive con tutto il cuore, in ogni fibra del suo essere, e quanto sia importante quando c’è un uomo di colore che racconta la storia di un uomo di colore.
Charmaine Bingwa nei panni di Dodienne, la moglie di Peter, dedita e forte, è semplicemente magica. Non c’è dubbio che questo sia solo l’inizio di una carriera entusiasmante per questa giovane attrice. Ben Foster è terrificante nei panni di Jim Fassel. A tal punto che, quando finalmente incontra la sua fine, il pubblico esulta di sollievo.
In conclusione
In un mondo che cerca di sopprimere e cancellare queste narrazioni, dobbiamo ricordarci del loro valore. Anche se proviamo disagio in queste storie, con un attore come Smith, c’è del valore.
Queste sono storie di trionfo sull’odio, storie dell’ “altro” che si ribella e trova il suo potere. Sono anche storie di incredibile crudeltà.
Antoine Fuqua ha realizzato un thriller di sopravvivenza dall’aspetto sorprendente e intensamente teso. Si tratta di un film solido e dignitoso, realizzato con una crudezza brutale e onesta.