Proiettato all’ultimo Arte Kino Festival, El Planeta, è diretto dalla regista Amalia Ulman. Da qualche mese è in programmazione su Mubi. Mentre nel 2021, il film è stato presentato in anteprima mondiale al più grande evento internazionale dedicato al cinema indipendente: il Sundance Film Festival.
La sezione di riferimento era la World Cinema Dramatic Competition, dove il film è stato nominato come miglior dramma. Nello stesso anno, la pellicola è stata presentata al 39esimo Torino Film Festival, dove ha vinto il Premio Speciale della Giuria e il Premio Fipresci.
El planeta: il cast
El planeta è prodotto da Amalia Ulman, Kathleen Heffernan e Kwew Mandela per la statunitense Holga’s Meow Pictures. La coproduzione invece è ad opera di Sebastian Pardo e Riccardo Maddalosso.
Il resto del cast comprende oltre alla stessa Amalia Ulman, anche sua madre Ale Ulman, il suo amico regista Nacho Vigalondo, Genoveva Garcia Castanon, Saoirse Bertram, e in un cameo anche Martin Scorsese.
El planeta: la trama
Amalia Ulman interpreta Leonor, una giovane studentessa creativa di moda, che lascia Londra per fare ritorno alla sua città natale: Gijon, in Spagna. Un paio di eventi funesti sono arrivati nella sua vita e in quella di sua madre: la morte del padre e il tracollo finanziario.
Nonostante la sfortuna che si è insinuata nelle loro vite, le due donne trovano un modo alternativo per tirare avanti. Espedienti, raggiri e piccole trasgressioni, accompagnano la loro routine quotidiana. Mentre accade tutto questo, il loro legame si va a rafforzare.
El Planeta: la recensione
Il film è una commedia sul mantenimento del decoro, nonostante l’inesorabile destino di sfiga, che incombe nella vita delle due donne. Il tema è la sopravvivenza dalla povertà. Il bianco e nero sottolinea il grigiore comune nel quotidiano contemporaneo.
Ispirato ad una storia vera, El Planeta trae spunto dalla vicenda reale di Justina e Ana Belen, madre e figlia, che nel 2013 hanno mantenuto uno stile di vita al di sopra delle proprie possibilità. Le due donne, non hanno mai onorato i propri debiti, e sono state condannate a 21 mesi di reclusione. La desolazione del contesto, fa posto alla sopravvenuta rassegnazione.
Una storia senza speranza con amara ironia
Non c’è luce, almeno formale, nella vita di queste due donne. Il bianco e nero diventa assoluta cifra stilistica per evidenziare il precipizio della disoccupazione. La recessione in cui è piombata da anni la Spagna, in questo caso nella città balneare Gijon, è cosa più che evidente.
Amalia Ulman nelle sue espressioni, assorbe ogni tipo di delusione, prima dell’inevitabile comprensione dei fatti. El Planeta è il ristorante dove le due donne si abbuffano come se non ci fosse un domani. Ma è anche il luogo dove possono coltivare ancora le loro illusioni. O meglio, dove la madre racconta alla cameriera che le serve, le possibilità di carriera della figlia squattrinata.
Quella stessa figlia che scopre a sue spese i costi metaforici e reali del lavoro e delle relazioni amorose. Si va dai prezzi richiesti per le prestazioni sessuali, fino ad amare scoperte dopo un’illusoria relazione amorosa. Le ristrettezze iniziano a pesare anche sullo stile di vita: dal riciclo del vestiario, fino alla mancanza di elettricità in casa.
Il linguaggio e i riferimenti stilistici di El Planeta
Questo film spagnolo altro non è che un’opera caratterizzata da particolare ironia. La fotografia indaga abbastanza bene quello che è diventata questa città del nord della Spagna. Essa è ad opera di Carlos Rigo Beliver. Il suo bianco e nero può essere comparato a quello che ha usato Woody Allen per tratteggiare il suo Manhattan. New York in El Planeta, diventa una meta lavorativa irraggiungibile per la nostra protagonista, a causa delle terribili difficoltà finanziarie. Non è una situazione riparabile, ma un obiettivo irraggiungibile, o una realtà anni luce.
A livello stilistico, il suo linguaggio può essere accostato a quello della Nouvelle Vague francese. In particolare, al cinema di Jean Luc Godard e al suo film Questa è la mia vita. Le dinamiche di questa pellicola, si possono ritrovare nella scena del bar, dove il film inizia e la protagonista sta aspettando qualcuno.
Le altre ispirazioni e i premi conquistati
Oltre alla Nouvelle Vague, anche il movimento cecoslovacco della Novà Vlna fa da ispirazione; i dialoghi sono lunghi e improvvisati. In questo caso, il rimando è alla pellicola Gli amori di una bionda, di Milos Forman.
Anche l’humour nero e l’uso di attori non professionisti completano il quadro cinematografico di Amalia Ulman. Il fatto di utilizzare una troupe abbastanza ridotta, ha fatto intravedere le prime esperienze del cinema di Jim Jarmusch. In un cameo, alla fine appare anche Martin Scorsese, dopo essere stato evocato diverse volte alla radio.
Quindi, non è un caso che la prima mondiale di El Planeta, sia stata al Sundance Film Festival, la patria del cinema indie americano. Nel 2021 al Buenos Aires International Festival of Independent Cinema ha vinto il Feisal Award e il Premio per la Miglior Regia. Mentre al Jerusalem Film Festival, la pellicola ha vinto il Premio per il Miglior Debutto nel Cinema Internazionale.