Eileen è un film thriller del 2023 diretto da William Oldroyd con protagoniste Anne Hathaway (Pretty princess, I segreti di Brokeback Mountain, Il diavolo veste Prada, Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro, Les Misérables, Ella Enchanted – Il magico mondo di Ella, Alice in Wonderland, Il cavaliere oscuro- Il ritorno, Interstellar, ecc.) e Thomasin McKenzie (Jojo Rabbit, Old, Lost Girls, ecc.).
Questo adattamento del romanzo di Ottessa Moshfegh non è una storia di repressione, ma qualcosa di più spinoso, più invidioso e più pericoloso.
Se avete visto il film precedente del regista William Oldroyd, l’amorevolmente dettagliato e malvagiamente perverso Lady Macbeth, con protagonista una Florence Pugh prima della fama, potreste avere un’idea del genere di idee e motivi che affascinano il regista. Anche quel film era un buffet psicosessuale di desiderio femminile soffocato dal peso del patriarcato.
L’oscurità di cui si fa vanto lo rende un film piuttosto coinvolgente, con spunti di riflessione avvincenti. Eileen invita a una profonda riflessione sulla condizione umana, in particolare in termini di disfunzionalità e trauma familiare.
Eileen: la trama
Basato sull’omonimo romanzo del 2015 di Ottessa Mosfegh (che ha anche contribuito ad adattare la sceneggiatura),
Eileen è ambientato nel cupo inverno del Massachusetts degli anni ’60. La sua tranquilla protagonista ventenne è Eileen (Thomasin McKenzie), che lavora come segretaria in una prigione locale. Vive con il padre alcolizzato e verbalmente violento (Shea Wigham), ma ha una curiosa lealtà nei suoi confronti nonostante le sue debolezze.
È un’esistenza un po’ noiosa quella di Eileen che viene scossa quando nel carcere dove lavora arriva la nuova psicologa Rebecca (Anne Hathaway in una bionda chic e sensuale alla Hitchcock), un punto luminoso di intrighi e sesso sul posto di lavoro. Qualunque tendenza sociopatica Eileen tenga per la gola, viene liberata dalla sua stretta.
Eileen e Rebecca diventano presto amiche, sviluppando una relazione che rasenta il segretamente amoroso: McKenzie è bravissima a interpretare donne che sembrano persino più giovani della loro età, e i suoi grandi occhi da riflettore mentre fissa Hathaway rivelano il suo desiderio di essere e possibilmente avere la donna più grande. Ma questa non è semplicemente una storia di desiderio o repressione queer: è qualcosa di più spinoso, più invidioso e, in definitiva, più pericoloso.
Rebecca non è ciò che sembra e la sua tendenza a lasciare una scia di devastazione al suo passaggio diventa chiara a Eileen anche se continua a lasciarsi trascinare in una ragnatela dalla forza magnetica di questa donna.
Eileen: la recensione
Girato con moderazione visiva e splendida accuratezza d’epoca per i suoi abiti e i suoi modi, Eileen ha un ritmo sinuoso e avvincente. Contorto e imprevedibile, i suoi temi avvincenti sono esaltati da una fotografia meravigliosamente cupa, da costumi magnifici e da due interpretazioni potentissime, quella di Hathaway e soprattutto quella di McKenzie.
Eileen non cessa mai di essere un film inquietante, audace, scomodo e, per molti versi, provocatorio. È un film malinconico in cui la giustizia viene raramente fatta e le persone vengono fraintese.
Eileen è un film che si chiede a che punto persone altrimenti buone alla fine si rompono e diventano un altro ingranaggio nel mondo orribile di cui sono state vittime.
L’interpretazione di Thomasin McKenzie è impressionantemente audace, ma anche notevole per quanto sia riservata. Le sue espressioni e il suo rigido silenzio trasmettono l’enormità del tumulto interiore del suo personaggio con impeccabile facilità. La sua alchimia con Hathaway è una brillante stravaganza, che è resa ancora più abbagliante sullo sfondo di tanta durezza nella fotografia e nell’illuminazione.
Queste sono qualità coinvolgenti del film, che lo rendono un emozionante viaggio di suspense dall’inizio alla fine. Eppure questo rende il suo finale un po’ disordinato un vero strazio. Il film spesso destreggia i cambiamenti di tono per adattarsi ai suoi passaggi dalla malinconia al romanticismo alle improvvise esplosioni di violenza, ma il modo in cui devia dal percorso verso una svolta particolarmente estrema al culmine risulta comunque stridente.
Mentre serve i suoi temi sul grigiore morale e sui desideri violenti repressi, sembra troncato nell’esecuzione, come se il film saltasse alcuni punti della trama nel tentativo di adattarsi ai 90 minuti di durata, rendendo la transizione tra un dramma triste con un tocco di romanticismo in un thriller psicologico oltremodo brusca.
Il film Eileen è visivamente perfetto
Dal punto di vista visivo, Eileen è immacolato. Il regista William Oldroyd e il suo team catturano la tristezza dell’ambientazione in modo stellare. I costumi indossati da McKenzie e Hathaway sono sbalorditivi, non solo per la loro accuratezza d’epoca, ma anche per il modo in cui esternano le personalità dei personaggi. L’abbigliamento colorato di Rebecca suggerisce mistica e stravaganza, in netto contrasto con le gonne antiquate e i colori tenui di Eileen, che evocano professionalità ma nascondono la profonda tristezza che ha dentro.
La fotografia di Ari Wegner è similmente pessimista, la sua tavolozza di colori scuri e le inquadrature persistenti di un inverno cupo suggeriscono una longevità della sofferenza sullo schermo, l’aspetto granuloso a volte sembra un ricordo represso. Occasionalmente la triste realtà si sposta sulle fantasie che Eileen immagina, tutte indulgenti in una forma di evasione, che si tratti di una notte di lussuria o di un brutale modo finale per porre fine a tutto. Il montaggio tagliente, persino brutale, di Nick Emerson accresce l’effetto shock, ma lascia anche spazio al pubblico per immedesimarsi nella sofferenza silenziosa di Eileen.
In conclusione
Sebbene non possa atterrare dopo una promessa iniziale così forte, Eileen ha ancora molto da offrire ai suoi spettatori. Si vorrebbe solo che avesse un tocco di stile in più nella sua conclusione.
Il film si distingue per la sua capacità di immergere lo spettatore in un’atmosfera psicologicamente ricca. Pur seguendo determinati schemi di genere, il film riesce a mantenere vivo l’interesse attraverso una narrazione ben strutturata e personaggi complessi che riflettono le ombre più oscure della psiche umana.