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Dr House M.D.

“Non è lupus”

Chi ha seguito la serie TV “Dr House M.D.” sa benissimo il significato di questa frase.

Innanzitutto diciamo che il lupus, per chi non lo sapesse è una malattia cronica autoimmune che colpisce varie parti del corpo; il sistema immunitario produce degli anticorpi che, invece di aiutare l’organismo contro i virus, vanno ad aggredire le cellule e provocano danni tessutali. Il lupus è veramente una patologia problematica insomma, per i suoi molteplici sintomi può essere scambiato per varie malattie ed è per questo che la frase “non è lupus” è ricorrente nella serie tv. Per essere precisi e qui parte l’allerta spoiler, in una sola puntata lo staff diagnostica il lupus ad un paziente la 4×08 dal titolo “Non voglio sapere”.

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Ma chi sono i personaggi di questa serie TV che ha tenuto per 8 anni gli spettatori attaccati alle poltrone di casa?

Dietro le quinte

Il protagonista è ovviamente Gregory House, interpretato da Hugh Laurie, attore inglese diventato famoso nel regno unito con il duo “Fry and Laurie” con l’amico di sempre Stephen Fry.

Nelle prime stagioni, possiamo vedere Eric Foreman interpretato da Omar Epps, Robert Chase interpretato da Jesse Spencer e Allison Cameron interpretata da Jennifer Morrison. I tre sono lo staff diagnostico di cui il dottor House si avvale. Saranno vessati da lui che continuerà a metterli alla prova non solo sul piano lavorativo ma anche nella vita privata.

Robert Sean Leonard, divenuto famoso per aver interpretato Neil Perry ne “L’attimo fuggente”, invece, interpreta l’oncologo James Wilson, il migliore ed unico amico di Gregory House mentre Lisa Edelstein interpreta Lisa Cuddy, direttrice sanitaria dell’ospedale dove si svolge il telefilm.

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Lo staff

È importante dire che questa è una serie diversa da tutte le altre del genere ospedaliero, i protagonisti non lavorano in un pronto soccorso e raramente fanno interventi sul paziente, loro sono medici diagnostici, quindi cercano la malattia e i motivi scatenanti, spesso il dr House non ha neppure contatto diretto con i pazienti. Il cinismo del dottore è stato tema di discussione e addirittura di saggi. Un medico deve avere empatia e sensibilità verso il paziente oppure deve solo preoccuparsi di curarlo? Dilemma dalle molteplici risposte, lo stesso House dice: “Dimmi cosa preferisci: un dottore che ti tiene la mano mentre muori o che ti ignora mentre guarisci?”, non è una domanda semplice, anche se impulsivamente propenderemmo per la seconda ipotesi.

Un altra frase ricorrente della serie è “Tutti mentono”, riferito ai pazienti e questo è un dato di fatto, la malattia è una cosa privata, una cosa di cui l’essere umano si vergogna e tende a non dire tutta la verità quando i dottori fanno l’anamnesi ed è per questo che Gregory House non vuole vederli, per non essere influenzato da false verità.

Non è adorabile?

La medicina diagnostica si divide in tre fasi: l’anamnesi, esami obiettivi ed esami strumentali ed è un reparto fondamentale, soprattutto negli Stati Uniti, dove il sistema sanitario è visto più come un azienda che come un luogo dove si salvano vite e le persone sono viste sotto forma di dollari, grazie alle cospicue assicurazioni che pagano.

La forza della serie è anche quella di rinnovarsi sempre e soprattutto il ricambio dei personaggi dello staff diagnostico, infatti dopo qualche stagione la squadra del dottore cambia ed entrano nel team Chris Taub interpretato da Peter Jacobson, Lawrence Kutner interpretato da Kal Penn e Tredici interpretata da Olivia Wilde, vista già in The O.C. Mentre House, Wilson e la Cuddy rimarranno per tutta la serie (a parte l’ultima stagione che non vede la Edelstein tra il cast).

La sua terza squadra sarà composta da Martha Masters interpretata da Amber Tamblyn, Chi Park interpretata da Charlyne Yi e da Jessica Adams interpretata da Odette Yustman, non tutte però nello stesso momento.

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Backstage prima di un grande cambiamento

La storia ha un filo conduttore che interessa il personaggio principale, infatti il Gregory House è zoppo a causa di un infarto della gamba e per la rimozione di gran parte del muscolo della coscia. Questo problema lo rende dipendente dal Vicodin, un potente antidolorifico che crea assuefazione e, a lungo termine porta a visioni e depressione, ma per lui è come la nocciolina per Super Pippo o i capelli per Sansone, crede che la sua genialità sia dovuta esclusivamente dal suo stato, quindi è perennemente arrabbiato con il Mondo, perché vuole rimanere un medico geniale ma allo stesso tempo vorrebbe non essere un tossicodipendente.

Il dottore andrà anche in prigione e in una clinica per malattie mentali, in un finale veramente ad alta tensione degno dei più brillanti thriller.

La serie è composta da 8 stagioni che variano dalle 22 alle 24 puntate tranne la quarta stagione che ne ha solo 16, questa quarta stagione è molto particolare e finisce in modo tragico, uno dei personaggi principale subirà un grosso lutto che cambierà la sua percezione della vita mentre nel ventesimo episodio della quinta stagione gli spettatori verranno stravolti da una morte improvvisa che porterà il dr House in una clinica per malattie mentali. Una particolare menzione bisogna farla alla sigla della prima puntata della sesta stagione, dove House è in clinica e per la prima volta la sigla iniziale cambia ed è la nota “No surprises” dei Radiohead, per il dottore inizia una nuova avventura e potremmo conoscerlo sotto un aspetto più umano. Una curiosità: per il ruolo di House fu pure considerato Patrick Dempsey, che poi divenne un famoso dottore in un altra serie, Grey’ Anatomy

Le riprese esterne dell’ospedale sono state girate a Priceton

mentre l’ospedale psichiatrico dove viene curato Gregory House è il Greystone Park Psychiatric Hospital oramai demolito e sostituito da una struttura più moderna.

Gregory House lo odi e lo ami non c’è una via di mezzo, il cinismo è un arma a doppio taglio e il medico ne pagherà tutte le conseguenze.

Lorenzo Sangermano
Lorenzo Sangermano
Laureato in scienze filosofiche, ho una passione per Calvino, Paul Thomas Anderson, Meryl Streep e i film horror psicologici. Cerco sempre la complessità, che sia in un teen drama o in una pellicola d’autore.

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