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Christophe Ruggia condannato, carcere per il regista francese

Christophe Ruggia, regista francese conosciuto per i film The Devils (2002) e Dans La Tourmente (2011), è stato condannato a due anni di reclusione agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico (con altri due anni sospesi) a seguito di un processo storico in cui è stato riconosciuto colpevole di accuse di violenza sessuale da parte dell’attrice Adèle Haenel. La procura di Parigi aveva chiesto cinque anni di carcere, di cui tre sospesi, in seguito a una turbolenta udienza in tribunale durata due giorni e tenutasi all’inizio di dicembre.

La sentenza arriva sei anni dopo che Haenel aveva reso pubbliche nel 2019 le accuse di violenza sessuale mosse a Ruggia in un’intervista al sito web investigativo Mediapart. Haenel ha accusato Ruggia di averla aggredita sessualmente e molestata per un periodo di tre anni, a partire dalle riprese di The Devils nel 2001, quando lei aveva 12 anni e lui 36, e proseguendo durante il tour promozionale e dei festival.

Christophe Ruggia

Christophe Ruggia e il #MeToo francese

Ruggia, che ha sempre negato le accuse, ha suggerito alla corte che le accuse dell’attrice fossero una “vendetta” per non aver girato un secondo film con lei, affermazione poi smentita. Il processo è considerato un caso epocale del movimento #MeToo in Francia. Haenel ha messo a rischio la sua carriera quando ha reso pubbliche le sue accuse contro Ruggia nel 2019, un periodo in cui la Francia non aveva ancora abbracciato il movimento #MeToo. L’attrice infatti all’epoca ricevette poco sostegno dall’industria cinematografica locale.

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Haenel nel 2023 ha scritto una lettera aperta in cui dichiarava di abbandonare l’industria cinematografica a causa della “generale indifferenza” nei confronti dei predatori sessuali. Oggi per fortuna la situazione è cambiata in Francia, in parte grazie alla decisione della popolare attrice Judith Godrèche di rendere pubbliche le accuse di violenza sessuale contro Benoît Jacquot e Jacques Doillon, scatenando una nuova ondata #MeToo nel Paese.

Sveva Serra
Sveva Serra
Classe 2004, metà napoletana e metà romana, credo nel potere delle parole e dell'onestà. Il cinema mi insegna sempre qualcosa e io non voglio far altro che imparare.

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