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Chainsaw Man: la recensione

Dopo il fenomeno manga iniziato in Giappone a fine 2018, nel 2022 (in Italia 2023) Chainsaw Man è finalmente diventata una serie anime. Prodotta dallo studio MAPPA e distribuita da Crunchyroll, la prima stagione dell’adattamento del capolavoro fumettistico di Tatsuki Fujimoto ha riscosso velocemente un enorme successo in tutto il mondo. Del resto, anche il fumetto nipponico è riuscito nell’impresa di conquistare l’occidente, e nel 2021, 2022 e 2023 Chainsaw Man si è aggiudicato il prestigioso premio americano Harvey Awards nella categoria miglior manga.

Nonostante il grande successo, testimoniato in maniera lampante dai numeri ottenuti dal prodotto cartaceo e dal riscontro mediatico di quello animato (quì approfondimento), ancora non vi è stata una conferma vera e propria sull’uscita di una seconda stagione. Questo però non deve certo scoraggiare coloro che vogliono intraprendere il viaggio nel mondo dei Devil Hunter di Chainsaw Man. I dodici episodi visti fino ad ora sono certamente imperdibili per tutti gli amanti dell’animazione giapponese, qui perfettamente rappresentata in tutte le sue caratteristiche più peculiari e nei suoi eccessi.

Chainsaw Man: trama

Denji è un ragazzo senza dimora e senza famiglia che girovaga per il Giappone in compagnia del suo fedele cane-motosega Pochita, un piccolo Devil che da ormai moltissimi anni vive con il suo fedele padrone. I due vagabondi guadagnano qualche soldo svolgendo l’attività di Devil Hunter (cacciatore di diavoli). Durante uno scontro con un diavolo Zombi però, Denji viene brutalmente ferito. Pochita non riesce a veder perire il suo miglior amico e decide così di donargli il suo cuore. Da questo gesto d’amore si genera Chainsaw Man (uomo motosega).

chainsaw man
Pochita e Denji

Chainsaw Man: cacciatori di diavoli vs diavoli

Trasposizione su piccolo schermo dell’opera nata dalla folle mente di Tatsuki Fujimoto, l’anime di Chainsaw Man è un concentrato di azione sfrenata, combattimenti all’eccesso e diavoli dalle fattezze più disparate. La trama, semplice ma accattivante, ruota attorno a Denji ed i suoi compagni Devil Hunter. Il gruppo, formato principalmente da Denji, Aki, Power e guidato da un affascinante e sorprendente Makima, deve far fronte alla minaccia più pericolosa per il genere umano: i diavoli.

Naturalmente le botte da orbi tra le creature diaboliche e la squadra incaricata dallo stato giapponese di porre fine alla loro esistenza sono la parte più intrattenente di Chainsaw Man e la chiave che ha definitivamente aperto a questa storia le porte del cuore del pubblico orientale e non.
La testa e le braccia motosega di Denji, le armi affilate generatesi dal sangue di Power e la volpe colossale divora-tutto di Aki, si infrangono in ogni episodio nei corpi dei diavoli, dando vita ad uno spettacolo splatter e cruento incredibilmente divertente.

Un immagine da Chainsaw Man

Una storia che abbraccia l’horror, il fantasy e l’action, strizzando anche un pochino l’occhio al body horror di Shinya Tsukamoto, maestro indiscusso nel creare le fusioni più disparate e scioccanti tra uomo e macchina. Chainsaw Man è uno di quei prodotti che può facilmente inglobare a se anche coloro che spesso disdegnano l’animazione di questo tipo, ancora col pregiudizio e la convinzione che tutto ciò che non è live action sia per “bambini”. Tutto si può dire, fuorché che l’opera di Tatsuki Fujimoto sia pensata ed indirizzata per un target di bambini.

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Un frame tratto da una delle puntate della serie

Non solo sangue, mostri e botte

Anche se certamente la parte dell’opera più prorompente e attraente verso il pubblico è quella relativa all’action sfrenato, Chainsaw Man pone anche uno sguardo riflessivo su aspetti che vanno al di là del puro intrattenimento. Nei suoi dodici episodi, seppur attraverso uno sguardo ironico, vengono esplorati temi come i desideri e le prime fantasie sessuali dei teenager, la vendetta, gli amori non corrisposti, le perdite e la mancanza di umanità nel cuore umano. Come spesso accade nell’animazione del Sol Levante, dietro una facciata frivola e apparentemente dedita al solo intrattenimento si nasconde un lato più profondo ed esplorativo della società e dell’uomo stesso.

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Denji e Makima

In conclusione

Coloro che non sono abituati a sfogliare le ruvide pagine dei manga, meritano certamente di vedere il proseguimento e (si spera) la conclusione di quest’opera. Chainsaw Man è una visione più che consigliata. L’anime cattura fin dai primi minuti della sua riproduzione e via via che le puntate terminano non si può far a meno che allontanare la mano dal telecomando per far avviare la riproduzione automatica all’episodio successivo.

L’animazione ben definita e dettagliata e la regia di dinamica di Ryu Nakayama rendono la visione ancora più piacevole, e pongono Chainsaw Man nella parte più alta della classifica dei migliori anime televisivi in circolazione. Un prodotto da destinarsi ad un pubblico più maturo e abituato a questo tipo di exploitation visive. Oltre a questo vi è comunque anche spazio per far lavorare il cervello attivamente, cercando di leggere tra le righe di quanto appena assaporato.

Chainsaw Man: trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Uno dei migliori anime degli ultimi anni, un opera di grande stile.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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