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C’era una volta in America: i 40 anni del capolavoro di Sergio Leone

E’ uscito per soli 3 giorni (28 – 29 -30 ottobre) nelle sale italiane “C’era una volta in America“, rimasterizzato in 4K per i suoi 40 anni. Distribuito da Lucky Red, “C’era una volta in America”, diretto da Sergio Leone, è un’opera monumentale che trascende il genere gangster per dipingere un’epopea di amicizia, amore e tradimento nella New York del Novecento.

Il film, che ha segnato il ritorno di Leone dietro la macchina da presa dopo “C’era una volta il West”, rappresenta una riflessione sulla memoria, costruita attraverso un labirinto temporale che segue le vite di quattro amici dall’infanzia alla maturità e alla vecchiaia, incarnando il sogno e il disincanto dell’America.

C'era una volta in America

C’era una volta in America: cast, trama e recensione

Il cast di “C’era una volta in America” è uno degli elementi fondamentali che hanno contribuito a rendere il film un capolavoro senza tempo. Sergio Leone è riuscito attraverso le sue scelte attoriali di grande talento, a creare complessi personaggi che attraversano decenni di storia subendo profonde trasformazioni.

Robert De Niro interpreta David “Noodles” Aaronson, il protagonista del film, un gangster tormentato dai fantasmi del passato. De Niro dà vita a Noodles con un’intensità emotiva che lo rende un personaggio indimenticabile. Il suo sguardo, spesso perso nel vuoto, trasmette tutto il peso dei rimorsi e dei suoi fallimenti. Pensava di trovare nel crimine un riscatto, ma ha trovato solo dolore e solitudine.

James Woods è Max Bercovicz, ed è l’amico-rivale di Noodles. Max è ambizioso, manipolatore e disposto a tutto pur di ottenere potere e successo. Woods lo interpreta con una carica di energia esplosiva, portando sullo schermo un personaggio che è tanto affascinante quanto pericoloso. Con Noodles si crea un’intensa dinamica tra amicizia e rivalità.

Elizabeth McGovern interpreta Deborah Gelly, l’amore della vita di Noodles. Sin da giovane, Deborah sogna una vita diversa, lontana dalla violenza e dal crimine che caratterizzano l’ambiente di Noodles. Il personaggio rappresenta l’ideale irraggiungibile per Noodles, una figura eterea e distante. Da giovane è interpretata da Jennifer Connelly.

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Tuesday Weld dà vita a Carol, la donna di Max, con un’interpretazione intensa e complessa. Carol è una figura tormentata, divisa tra il fascino di Max e il desiderio di stabilità. Weld riesce a rappresentare le insicurezze e le ambiguità di Carol. Il suo personaggio, come Deborah, è vittima delle scelte di vita dei protagonisti.

In “C’era una volta in America” la storia ruota intorno a David “Noodles” Aaronson e alla sua comitiva di amici, tutti di origine ebraica. Essi sono legati da un destino comune nelle strade di Manhattan durante il Proibizionismo. Il racconto si sviluppa in modo non lineare, intrecciando presente, passato e futuro. in questa struttura narrativa, Leone può approfondire il tema del tempo e della memoria. Il continuo alternarsi di flashback e salti temporali enfatizza la nostalgia di Noodles. L’uomo infatti rimane intrappolato in un presente che non può cambiare e in un passato da cui non riesce a sfuggire.

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Memoria e rimorso in “C’era una volta in America”

Il tema della memoria e del rimorso è centrale. Noodles torna a New York dopo trent’anni e rivisita i luoghi della sua giovinezza, ora trasformati, proprio come lui, dall’inesorabile passare del tempo. Il rapporto complesso con Max (James Woods), amico fraterno e rivale, incarna la tensione tra lealtà e tradimento, spingendo il protagonista a confrontarsi con il tradimento più doloroso: quello dei suoi stessi valori. La parabola di Noodles e Max è il cuore della tragedia di Leone, una storia in cui l’amicizia è corrotta dal potere e dall’ambizione.

Il film è impreziosito da una fotografia curatissima di Tonino Delli Colli e da una colonna sonora di Ennio Morricone che amplifica le emozioni senza mai sovrastarle. Il tema principale, malinconico e nostalgico, si fonde perfettamente con le immagini, rendendo il film una sorta di poema visivo. Morricone utilizza il suono del flauto di Pan come simbolo della purezza perduta, che accompagna Noodles nel suo viaggio tra memoria e pentimento.

Uno degli aspetti più affascinanti di “C’era una volta in America” è il suo rapporto con il tempo e l’ambiguità della narrazione. La sequenza finale, che mostra Noodles sorridere sotto l’effetto dell’oppio, ha suscitato numerose interpretazioni: c’è chi vi legge una fuga dalla realtà, chi la considera una riflessione sul sogno americano infranto, chi vede nel sorriso di Noodles un’illusione di pace interiore. Leone non offre risposte definitive, lasciando spazio a molteplici letture che arricchiscono la visione.

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Accoglienza e rivalutazione della pellicola nel corso del tempo

“C’era una volta in America” è stato accolto in modo controverso alla sua uscita nel 1984, soprattutto negli Stati Uniti, dove è stato inizialmente distribuito in una versione pesantemente tagliata di circa due ore (rispetto alle quasi quattro dell’originale di Leone). Questa versione ridotta ha confuso pubblico e critica, che non hanno potuto apprezzare pienamente la complessità della narrazione non lineare e la profondità dei personaggi.

Di conseguenza, il film ha avuto risultati deludenti al box office americano e non ha riscosso il successo che Leone sperava. A fronte di un budget di circa 30 milioni di dollari, ha incassato solo circa 5,5 milioni negli Stati Uniti, anche se è andato meglio nel mercato internazionale, dove è stato distribuito nella versione integrale e ha ottenuto più consensi.

Nonostante il successo limitato al botteghino e l’accoglienza controversa in patria, “C’era una volta in America” è stato apprezzato in Europa e ha ottenuto alcuni riconoscimenti importanti. Il film ha vinto due David di Donatello, il prestigioso premio italiano, per la miglior regia a Sergio Leone e per la miglior produzione. Sempre in Italia, ha vinto il Nastro d’Argento per la miglior colonna sonora a Ennio Morricone. La pellicola ha ricevuto una nomination ai Golden Globe del 1985 nella categoria Miglior Regista per Sergio Leone.

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Nessuna nomination all’Oscar per “C’era una volta in America”

Curiosamente, “C’era una volta in America” non ha ricevuto alcuna nomination agli Oscar, un fatto sorprendente considerato il cast, la regia di Leone e la colonna sonora di Ennio Morricone, oggi considerata iconica. La mancanza di candidature è stata attribuita principalmente ai tagli che hanno compromesso la versione distribuita negli Stati Uniti e alla scarsa promozione iniziale.

Negli anni, grazie alle successive uscite in versione integrale e al restauro, “C’era una volta in America” è stato ampiamente rivalutato, diventando un film di culto e ottenendo il riconoscimento critico che meritava. Oggi è considerato uno dei più grandi capolavori del cinema, in particolare per il suo contributo al genere gangster, e una delle opere più personali e ambiziose di Sergio Leone.

La colonna sonora di Ennio Morricone, in particolare, è divenuta una delle più celebrate del compositore, simbolo della malinconia e dell’epicità che permeano l’intera pellicola. Le proiezioni per il quarantesimo anniversario e il restauro in 4K non fanno che confermare la rilevanza di C’era una volta in America, consolidando il suo status di capolavoro riconosciuto a livello mondiale.

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Conclusioni

Oltre ad essere un capolavoro tecnico, il film è anche un’importante riflessione storica e culturale. La New York rappresentata da Leone è un mondo complesso, pieno di contraddizioni, in cui convivono sogni di ascesa sociale e ombre di violenza. Ogni personaggio porta con sé il peso delle proprie scelte, e la narrazione non glorifica né condanna, limitandosi a registrare il percorso esistenziale dei protagonisti.

Il restauro in 4K per il quarantennale restituisce la grandiosità visiva del film, con i dettagli della fotografia che emergono in tutta la loro bellezza. Rivederlo oggi permette di apprezzare ancora di più il lavoro di Leone, la sua visione epica e intima, che fa di C’era una volta in America non solo un film sul crimine, ma una meditazione universale sulla memoria e sul trascorrere del tempo, un’opera che continua a coinvolgere e commuovere generazioni di spettatori.

Il trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

"C'era una volta in America" è un capolavoro malinconico che va oltre il genere gangster per esplorare temi universali come amicizia, tradimento e rimpianto. Sergio Leone costruisce un affresco epico della vita americana, ritraendo i suoi protagonisti in un percorso senza redenzione, intriso di violenza e nostalgia. La narrazione non lineare riflette il senso di memoria frammentata, mentre la colonna sonora di Ennio Morricone amplifica la struggente bellezza della storia. Nonostante l’iniziale accoglienza controversa, il film è oggi riconosciuto come uno dei massimi capolavori cinematografici, un ritratto senza tempo della condizione umana.
Francesco Maggiore
Francesco Maggiore
Cinefilo, sognatore e al tempo stesso pragmatico, ironico e poliedrico verso la settima arte, ma non debordante. Insofferente, ma comunque attento e resistente alla serialità imperante, e avulso dai filtri dall'allineamento critico generale. Il cinema arthouse è la mia religione, ma non la mia prigione.

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