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Causeway: la recensione del film con Jennifer Lawrence

Nonostante sia passato tendenzialmente inosservato all’attenzione mediatica nelle settimane trascorse dalla sua uscita (direttamente per lo streaming, ad opera di Apple Tv+), con il sopraggiungere degli ultimi giorni Causeway ha fatto parlare di sé in ragione della recente nomination (riservata a Brian Tyree Henry) che ha ottenuto agli Oscar 2023, nella categoria relativa al miglior attore non protagonista.

Il film è diretto da Lila Neugebauer, regista prettamente teatrale ma già dietro la macchina da presa per il piccolo schermo (Room 104, Maid, The Sex Lives of College Girls), in quest’occasione dedita per la prima volta al cinema. Realizzato in collaborazione da Apple Tv+ e dall’ormai irraggiungibile A24, il lungometraggio è prodotto da Jennifer Lawrence, anche interprete del ruolo principale.

Causeway

La trama del film

A seguito di un grave incidente di natura inizialmente imprecisata, la giovane Lynsey (Jennifer Lawrence) si ritrova ad affrontare un periodo di complessa riabilitazione, durante il quale dovrà far fronte ad un trauma cranico che le causa gravi parentesi di depressione, difficoltà motorie e respiratorie. La sua permanenza presso la residenza di Sharon (Jayne Houdyshell) le garantisce un parziale ritorno alla normalità: nel corso dei mesi impara così a ripristinare il controllo sul proprio respiro, torna a camminare e riprende addirittura a guidare.

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Giunta al termine previsto per la permanenza e avendo dunque raggiunto un certo livello di autonomia, Lynsey decide di far ritorno a casa, a New Orleans, dove in un’abitazione quantomeno fatiscente la attende la distratta madre Gloria (Linda Emond). Decisa a riprendersi la propria quotidianità, la ragazza effettua periodicamente test clinici e nell’attesa ottiene un lavoro presso un’impresa che pulisce piscine.

Casualmente, Lynsey fa la conoscenza del meccanico James (Brian Tyree Henry), che in breve tempo riesce ad affermarsi come il suo amico più prossimo. Lui la aiuta, la ascolta e al contempo si confida con lei sino a raccontarle le specifiche dell’incidente che lo ha portato a perdere una gamba e che ha generato in lui sensi di colpa irrisolvibili che lo tormentano nel presente. Contemporaneamente, anche Lynsey riesce a sfogarsi raccontando i suoi trascorsi.

Attraverso le confidenze che la ragazza fa al nuovo amico, si apprende dunque che il trauma cranico che ha sconvolto la sua vita è stato causato da un incidente intercorso mentre prestava servizio in Afghanistan, in quanto membro dell’esercito. Decisa a tornare al più presto al proprio lavoro, la ragazza si ritroverà a dover fronteggiare le difficoltà mentali e motorie associate all’incidente e, insieme, le conseguenze nel rapporto con James e la vulnerabilità che ne deriva.

Causeway – La recensione del film

A dispetto dei grandi nomi che poggiano alla base del progetto, Causeway si colloca in un limbo che non gli permette di assicurarsi né il marchio dell’insuccesso tout-court né quello di prodotto quality, stazionandosi in un’area liminare che non ne sancisce la riuscita tanto quando non ne determina il fallimento. In definitiva, il lungometraggio si situa in una blanda zona grigia, dalla quale a tratti lo elevano alcuni elementi di pregio e lo affossano alcune note di demerito.

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A dispetto dei volti e della più che rispettosa casa di produzione che si collocano alla base del progetto, il film finisce per definirsi entro i confini di una trama tendenzialmente semplice e di una regia tanto lineare quanto – spiace ammetterlo – monotona, alla luce delle quali neanche le buone e tendenzialmente convincenti interpretazioni riescono nel miracolo di conferire alla pellicola quel quid che ne determinerebbe la natura di prodotto di qualità.

In termini prettamente narrativi, la trama del lungometraggio parte – correttamente – da quello che è un trauma che interrompe la quotidianità della protagonista per poi però risolversi in una corsa al sensazionalismo nel rintracciare il trauma più significativo tra i trascorsi di Lynsey e James.

La parabola del personaggio principale certo non subisce una battuta di arresto, ma si sviluppa tutto sommato in modalità limitata rispetto a quelle che in un primo momento si imponevano come le potenzialità dell’arco narrativo. Certamente apprezzabili alcune trovate a livello di trama, ma nel suo insieme il film finisce per risolversi in un plot complessivamente prevedibile, e l’impressione è che in fase di scrittura – che ha visto coinvolti gli sceneggiatori Ottessa Moshfegh, Luke Goebel e Elizabeth Sanders – il freno a mano sia stato perennemente tirato.

Causeway

Una regia piatta

Coerentemente, anche la regia di Neugebauer sembra mantenersi sulla scia dettata da una linearità che rasenta la piattezza, senza mai dar sfogo a guizzi creativi che valorizzino una trama come quella di Causeway, che parrebbe invece aver molto bisogno di essere valorizzata. Non c’è nessun elemento, nella modalità che la regista manifesta utilizzando la macchina da presa, che sembri effettivamente giocare con l’impianto cinematografico o divertirsi con la tecnica che sta tentando di padroneggiare: la ripresa si fa statica, pura e esile registrazione degli eventi, tanto sottile quanto pericolosamente trasparente.

Causeway Cast

Su questo impianto poggiano le performance degli interpreti protagonisti, evidentemente professionisti di non poco lustro (né poca esperienza) ma alle prese con personaggi che sembrano limitare in parte le loro possibilità di riuscita.

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A Linda Emond, nel ruolo della madre della protagonista, viene lasciato poco spazio – concretamente, a livello di minutaggio complessivo – per dar sfogo al meglio alle potenzialità del suo personaggio, che tuttavia quando compare riesce ad apparire a suo modo significativo, per quanto non esplorato in profondità.

Si confermano, per quanto sottotono rispetto ad altri exploit della sua carriera, le indubbie capacità dell’anti-diva per eccellenza nello scenario hollywoodiano contemporaneo, Jennifer Lawrence, che riesce ad incarnare le varie sfaccettature del suo personaggio, dalla veracità alle fragilità, dalla potenza alle debolezze. Nota di merito parziale anche per l’apparentemente laconico Brian Tyree Henry, che si rivela invece capace di veicolare un rispettabile range emotivo (resta da capire se sia tanto rispettabile da meritare la nomination agli Oscar).

Complessivamente, nonostante non possa definirsi un film propriamente sgradevole o poco riuscito, è evidente che sin dalle radici della sua realizzazione Causeway tentenni, come se temesse di osare, se avesse paura di risultare troppo gradevole.

L’esordio registico di Neugebauer si dimostra comunque tiepidamente gradevole, forse in parte grazie anche alle buone performance degli interpreti protagonisti, che spostano il riflettore da una regia e una sceneggiatura eccessivamente lineari.

PANORAMICA RECENSIONE

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Causeway, prodotto e interpretato da Jennifer Lawrence, è un film drammatico in cui le buone premesse sono disattese da una riuscita solo parziale.
Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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