Casper

Bucanieri e dobloni d’oro. Whipstaff nasconde un gran tesoro. Alla perfida Carrigan basta questa frase per rivalutare il possente e spettrale castello di Whipstaff, lasciatole in eredità dal padre defunto. Assieme al suo docile avvocato, la donna sceglie di esplorare il maniero e prendere possesso di quello che le spetta. I bucanieri, però, non si fanno vedere. E i dobloni d’oro, nemmeno. L’unica cosa che si manifesta davanti ai loro occhi è una specie di ombra bianca, dal capo rotondo e gli occhi curiosi. Il suo nome è Casper.

Bucanieri e dobloni d’oro. Whipstaff nasconde un gran tesoro. Ma sarà vero?

Dopo l’apparizione del fantasmino Casper, e la fuga disperata di Carrigan dalla magione, Whipstaff diventa il teatro di una lunga serie di fallimentari tentativi. La donna cerca di liberare la casa dagli ectoplasmatici ospiti, ma non c’è verso. Il problema vero non è Casper, ma i suoi zii, fantasmi anch’essi. Molla, Puzza e Ciccia. Il trio spaventa a morte gli operai e traumatizza un povero esorcista. Sembra non esserci speranza.

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Un giorno, però, solo come non mai, Casper scopre in Tv il dr. James Harvey, una sorta di psicologo soprannaturale, che pare sia in grado di aiutare i fantasmi ad attraversare il confine, mettendo fine alle cosiddette faccende in sospeso. Assieme a lui, una figlia, bellissima come la madre ormai defunta, di nome Kat.

Casper cospira. Con uno stratagemma, suggerisce alla disperata Carrigan di contattare il dottore. La donna, ormai scettica, sceglie di rischiare. Il Dr. Harvey e sua figlia, esasperata dall’ennesimo trasloco, si trasferiscono a Whipstaff. Il primo contatto con gli esuberanti inquilini non tarderà ad arrivare.

La missione di Harvey è semplice, quella di Kat molto meno. L’uomo deve fare in modo che i fantasmi abbandonino il maniero. La ragazzina, invece, cerca soltanto di vivere, per assomigliare, almeno un pochino, a tutti i coetanei che ha dovuto abbandonare pur di seguire suo padre. Kat e Casper legheranno quasi subito. Il Dr Harvey, invece, seppur lentamente, scaverà una breccia tiepida nel cuore evanescente dei tre fantasmi adulti.

La trama di Casper si divide in due parti. Nella prima frazione della pellicola, assisteremo al progressivo ambientamento di James e Kat all’interno di Whipstaff. Mentre, nella seconda, il pendolo oscillerà nettamente in direzione della frase con cui abbiamo cominciato. Il tesoro. Proveniente da un’epoca in cui un film poteva durare, senza problemi, anche meno di cento minuti, Casper condensa nei suoi fotogrammi una grandissima quantità di elementi.

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L’atmosfera generale è semplice e quasi sempre leggera. I toni della narrazione, nonostante le tematiche, non cedono al richiamo del drammatico, e risultano nel complesso abbastanza credibili, nonostante alcune inevitabili banalizzazioni. Per chi fosse in cerca di dettagli tecnici ed accuratezza scientifica, il consiglio è di lasciare perdere. Quello che ogni tanto sorprende è l’incupirsi improvviso della storia. In alcuni momenti, tra una risata e l’altra, spunteranno istanti davvero magnifici, fatti di ricordi, sorrisi e malinconia.

Assolutamente splendida, pur nella sua semplicità, la caratterizzazione dei personaggi. Il Dr. James Harvey è un padre nostalgico ma sempre affettuoso. Kat è una giovane donna con le spalle larghe ed un mondo dentro. Casper, nonostante il suo essere ormai fantasma, mostra ancora molti tratti del ragazzino che fu.

A convincere di meno è la composizione degli antagonisti. Carrigan è odiosa come la dieta, e non sembra avere nessun’altra motivazione se non quella di arricchirsi. Il suo avvocato, Dibs, è ancora peggio. Menzione d’onore per Molla, Puzza e Ciccia. I tre zii sapranno regalarci i momenti più divertenti del film, grazie al loro affiatamento, ad un umorismo macabro e provocatorio, ed uno sviluppo umano che non pensavamo fosse possibile.

In Casper non esistono momenti morti. Il ritmo della pellicola è sempre cadenzato, pieno di sorprese e mai scontato. I primi momenti strizzano l’occhio ai classici Horror, pur restando aggrappati al tono tipico della commedia. Eppure, nonostante questa leggerezza, l’opera tratta tematiche complesse come la morte, l’amore, l’amicizia, l’avidità compulsiva e persino l’integrazione giovanile.

Ad ospitare tutto questo sarà l’inquietante maniero di Whipstaff. La magione risulterà più piccola all’interno, rispetto alle dimensioni mastodontiche mostrate in avvio. La narrazione si concentrerà infatti in una manciata di stanze, che impareremo molto presto a conoscere. Casper risulta promosso anche sul fronte degli effetti speciali. I fantasmi sono ben riprodotti, soprattutto nelle loro innumerevoli variazioni di colore, dimensione ed aspetto. Da segnalare, inoltre, come questo sia stato uno dei primi film ad ospitare un personaggio principale interamente in CGI.

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Ultima, ma non ultima, è la colonna sonora. Qui, non possiamo far altro che fermarci un attimo e meditare, perché il lavoro di James Horner, compositore tra l’altro delle musiche di Balto, merita davvero un applauso di cuore. Il tema principale, Casper’s Lullaby, sarà un qualcosa che semplicemente non dimenticherete mai.

Tutto il resto della soundtrack saprà accompagnare lo spettatore in un viaggio che, privo di essa, non sarebbe stato altrettanto magnifico. Apprezzatissimi, anche, gli intermezzi rock che in un paio di occasioni spezzeranno il clima donando al tutto varietà.

Casper è una piccola opera d’arte. La capacità di racchiudere una storia così complessa in cento minuti di disarmante semplicità non può in nessun caso venire sminuita. La pellicola di Brad Siberling è commovente, fruibile e ricca di citazioni. Una su tutte, il vano tentativo del Dr. Ray Stantz di liberare la casa dai fantasmi. Si, quel Ray Stantz, che in tenuta da Ghostbusters esclamerà: «Who you gonna call? …Someone Else.»

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Per chi si fosse perso questa perla, l’imperativo categorico è quello di recuperarla. Per chi l’avesse già visto, magari in tenera età, il nostro consiglio è di guardarlo ancora. Casper, come tante grandissime storie, è un lavoro estremamente stratificato. Può dare molto a tutte le età. Soprattutto a quei bambini che sono ormai diventati adulti.
Diego Scordino
Diego Scordino
Amante di tutto ciò che abbia una storia, leggo, guardo e ascolto cercando sempre qualcosa che mi ispiri. Adoro Lovecraft e Zafòn, ho passato notti insonni dietro Fringe e non riesco a smettere di guardare Matrix e Il Padrino. Non importa il genere, mi basta sentire i brividi.

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