Variety ha lanciato una notizia di un certo peso nell’ambito della produzione di serie tv: Netflix sta lavorando alla sesta stagione di Black Mirror, con i casting già in corso d’opera.
La celebre serie ideata da Charlie Brooker si era fermata nel 2019, alla sua quinta stagione. Negli anni scorsi, si erano rincorse parecchie notizie circa le ragioni di questo stallo. Da un lato, in piena crisi pandemica, Brooker aveva dichiarato di non sentirsi pronto a scrivere nuovi episodi; la situazione storica, per certi aspetti congeniale alla scrittura di storie distopiche e paranoiche – cifra di Black Mirror –, imponeva un approccio da rinnovare e metabolizzare per interpretare il nostro presente.
Dall’altro lato, a inizio 2020, lo showrunner inglese e la sua co-autrice Annabel Jones avevano lasciato House of Tomorrow società di produzione, da loro fondata, di proprietà Endemol, per stringere un accordo in esclusiva con Netflix. I diritti di Black Mirror appartenevano però ancora a Endemol, successivamente acquisita dal gruppo Banijay. La creazione di altre stagioni della serie doveva quindi passare per un’intesa tra case di produzione piuttosto intricata e che ora pare aver trovato soluzione.
Non ci sono dettagli sui contenuti narrativi della prossima stagione (Netflix non ha commentato la notizia). Quello che pare certo, grazie a una fonte vicina alla produzione, è che ci sarà un numero maggiore di episodi rispetto ai tre dell’ultima. Questi saranno sempre indipendenti l’uno dall’altro e ancor più sviluppati come film, altro tratto distintivo di Black Mirror. Numerosi infatti sono stati gli episodi proposti, per durata e per sforzo produttivo, in modalità filmica: dallo speciale Bianco Natale del 2014 (con protagonisti Jon Hamm e Oona Chaplin), a Odio universale (stagione 3, episodio 6 con Kelly Macdonald), a USS Callister (stagione 4, episodio 1 con Jesse Plemons), per finire con l’interattivo Bandersnatch del 2018.
Sin dall’esordio, risalente ormai a più di dieci anni fa, Black Mirror si è qualificata come la serie distopica cult per antonomasia (molti altri prodotti seriali, come il recente Severance, le sono debitori). Suo primario punto di forza è indubbiamente la sceneggiatura, con una serialità di plot immaginativi mai monocorde e costantemente in grado di esplorare, con piena originalità, le derive e le perversioni delle tecnologie digitali nell’esistenza e nella mente dell’uomo. Non rimane allora che aspettare e vedere cosa avrà in serbo questa attesa sesta stagione.