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Belladonna of Sadness: La Rivoluzione ha sempre un volto

Belladonna of Sadness è un film d’animazione giapponese del 1973, presentato al Festival di Berlino e diretto da Eiichi Yamamoto. Si ispira a La Sorcière del 1862 (Satanism and Witchcraft) di Jules Michelet.

Cult di genere drammatico, erotico e fantastico, Belladonna è una perla che ha fatto la storia degli anime ed è disponibile su YouTube in versione restaurata, in lingua originale e sottotitolata in italiano.

Belladonna of Sadness – Trama

In una Francia medievale, Jean e Jeanne, due giovani plebei appena sposati, subiscono l’umiliazione dello ius primae noctis. Jeanne viene violentata dal signore del villaggio e da tutta la sua corte. Tornata a casa, distrutta e rinnegata dal marito stesso, la donna comincia a covare un sogno di potere e ribellione. Ad ascoltare i suoi sentimenti sarà il Diavolo in persona, che le proporrà un patto: averla con anima e corpo in cambio dei suoi desideri.

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Belladonna of Sadness

Le abilità di Jeanne la rendono benvista dalla popolazione, ma invisa alla moglie di Sua Eccellenza, la quale l’accusa di essere serva del Diavolo, una strega.

Jeanne viene imprigionata, ma riesce a fuggire. Abbandonata anche dal marito, si concede totalmente al Diavolo e fugge in una vallata dove scopre il fiore velenoso di Belladonna, capace di guarire le persone dalla peste nera, che nel frattempo aveva colpito il villaggio.

Dopo aver salvato un uomo da morte certa, la voce riguardo i suoi poteri curativi e magici arrivano fino a corte. La libertà acquisita da Jeanne e l’amore indiscusso del popolo non la salveranno dal rogo, ma ormai il seme della rivoluzione che ha seminato tra la gente non potrà più essere estirpato.

Belladonna of Sadness

Belladonna of Sadness – Recensione

Belladonna of Sadness porta con sé una perdita di innocenza nell’animazione, quel “cartone in movimento” che si rivolgeva principalmente ad un pubblico infantile. Prima che le produzioni indipendenti del mondo animato avessero l’attenzione che meritano, l’universo dell’animazione era dominato soprattutto dalla Walt Disney.

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Oggi, invece, Belladonna of Sadness, da film di insuccesso, è stato rivalutato e proiettato in vari festival cinematografici, consentendo ad un’opera così affascinante e insolita di riemergere dall’oblio. Una pellicola apprezzata dalla critica, ma anche da quel pubblico interessato a contenuti originali e sperimentali.

La tecnica narrativa è infatti ricca di invenzioni: figure fisse, labbra chiuse durante i dialoghi, piano sequenza su personaggi singoli, gruppi, sfondi, ambienti e il tutto con effetti innovativi nel cinema d’animazione. I disegni ricordano quelli di Egon Schiele e le sequenze sembrano uscire dai quadri di Bosch, ma in forma psichedelica.

Belladonna of Sadness

Un’abbuffata Erotico-Allucinogena

Belladonna of Sadness lascia la sensazione di assistere ad un trip psichedelico di immagini intense e dai colori forti. La scena dello stupro non mostra l’atto in sé nello specifico, ma mette in risalto il contrasto tra l’incarnato bianco di Jeanne, per evidenziarne la purezza, e il rosso delle sue lacerazioni interne, focalizzandosi sul dolore subito e le sensazioni che lei sente in quel momento.

Yamamoto si concentra sui dettagli delle emozioni provate e le serve al pubblico allegoricamente, con metafore. Chi abusa di lei viene rappresentato come entità animale e non umana (pipistrelli di colore rosso e un flusso di sangue a forma di imbuto che la penetra).

Belladonna of Sadness

Le scene orgiastiche, una legata all’altra dai capelli di Jeanne, scorrono come un fluido, mai volgari, in un delirio erotico, dove persone e animali si intrecciano, con vagine che si aprono come fauci di un leone e volatili che picchiettano i genitali.

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Persino il Diavolo, inizialmente, ha la forma di un piccolo pene che diventa via via sempre più grande, gigantesco, in maniera direttamente proporzionale alla forza e al potere che acquisisce Jeanne.

Quando lei gli si concede del tutto, vediamo un susseguirsi di scene eclettiche senza senso che danno proprio l’idea di tripudio orgasmico e giubilo di sensi, un abbandono totale di sé stessi.

Belladonna of Sadness

Il Parallelismo con altre Maschere Rivoluzionarie

Belladonna of Sadness subì alcuni tagli e modifiche. L’immagine del celebre quadro La libertà che guida il popolo di Delacroix fu aggiunta alla fine anche per dare quel senso che già Michelet aveva dato alle streghe di cui parla e scrive, vittime e prime donne a battersi per la libertà umana contro gli abusi.

Spesso la rivoluzione ha un volto, di donna o di uomo, che diventa maschera e si veste di simbolismo. Oltre al quadro già citato, c’è una sequenza finale del film dove la folla che assiste alla morte di Jeanne perde i propri lineamenti del volto, assumendo quelli della protagonista. Morta da strega, Jeanne ha ormai seminato ribellione, anarchia e desiderio.

Belladonna of Sadness

Accade lo stesso nella scena finale di V per Vendetta, quando l’intera popolazione di Londra porta la sua maschera, quella di Guy Fawkes, in attesa che esploda il Parlamento. Anche qui abbiamo una folla che “indossa” un viso simbolo di rivoluzione e libertà.

V per Vendetta

Conclusioni

Belladonna of Sadness continua la tradizione che vede la strega come donna libera e non semplicemente come mera esecutrice del volere demoniaco. Lo usa, al contrario, come via verso la propria affermazione e autodeterminazione. “Vuoi 100 acri?”, chiede Sua Eccellenza a Jeanne, ma lei risponde: “No! Voglio tutto!”.

Il Demonio non è malvagio. Viene visto come quell’essere che libera da sopruso e oppressione. È il mezzo, la chiave che rompe quei margini di repressione, seguendo anche quella tradizione letteraria già presente ne Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Jeanne chiede: “sei il Diavolo?” e lui: “No! Sono Te! Stai ridendo, è bello vederti di nuovo sorridere!”.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni
Carlotta Casale
Carlotta Casale
Viaggiatrice da zaino in spalla e macchinetta fotografica al collo, divoratrice di libri, appassionata di teatro e musica, disegnatrice improvvisata e soprattutto amante di cinema, dove ogni passione converge in armonia. Rotocalchi, Documentari, Animazioni e molto altro sono un nutrimento quotidiano. Vivo la Settima Arte come Necessità, una scelta di vita che va oltre il semplice interesse!

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