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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la recensione

Dopo gli insuccessi ottenuti dalla fase quattro, conclusasi pochi mesi fa con Black Panther: Wakanda forever, il Marvel Cinematic Universe si prepara a voltare pagina e dare il via ad un nuovo capitolo della propria storia. Una saga, quella dell’MCU, che ha saputo sì ottenere risultati inimmaginabili, come conquistare per svariati anni le vette dei maggiori incassi, ma che negli ultimi tempi sembra essere molto calata di tono, dando l’impressione che la fonte dalla quale si attingevano le idee si sia quasi del tutto prosciugata.

Ad Ant-Man and the Wasp: Quantumania spettava il duro compito di rinvigorire l’animo spento di questo franchise, introducendo il villain di questo nuovo filone, aggiungendo alcuni nuovi personaggi e migliorando quelli che erano stati i punti traballanti dei capitoli della precedente fase.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, trama

Dopo la battaglia per ripristinare l’ordine nell’universo e la sconfitta di Thanos, Scott Lang (Paul Rudd) è finalmente divenuto una star conosciuta da tutti. Per strada lo fermano per i selfie, ha scritto un autobiografia di successo e finalmente, cosa più importante, può stare con sua figlia Cassie (Kathryn Newton). La figlia di Scott si mostra dotata negli studi scientifici, e con l’aiuto di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) e suo padre Hank (Michael Douglas) costruisce un dispositivo per mappare il mondo quantico. Janet van Dyne (Michelle Pfeiffer), che ben conosce la pericolosità di quel luogo, nel tentativo di spegnere la creazione di Cassie teletrasporta tutti all’interno di quell’oscuro e misterioso mondo. Qui però ad attenderli troveranno Kang (Jonathan Majors) un conquistatore di mondi padrone del tempo e dello spazio.

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Scott, Cassie e Hope

Un inizio dubbioso, un antagonista interessante e alcune scelte abbastanza discutibili

Cinque anni dopo Ant-Man and the Wasp, il supereroe capace di rimpicciolirsi fino a diventare grande come una formica e allo stesso modo ingigantirsi fino a raggiungere dimensioni ciclopiche, torna a riprendersi le scene del MCU, con il terzo film dedicato alla sua figura.

Il persanaggio di Scott Lang, uno dei più umoristici e autsider della squadra degli Avengers, non è mai stato preso dal pubblico con grande serietà, apparendo come poco più di una buona “spalla” e non un supereroe vero e proprio. Ant-Man and the Wasp: Quantumania si propone di consacrare il personaggio, mettendolo davanti a quella che sarà da qui ai prossimi anni la più grande minaccia di tutto l’universo: Kang il Conquistatore.

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Kang il Conquistatore

Kang, il nuovo villain con cui l’MCU dovrà confrontarsi

E’ proprio questo nuovo personaggio, l’incognita del film, si è alla fine rivelato una dolce ciliegina posta in cima ad una torta scomposta dal retrogusto amarognolo. Kang il conquistatore si mostra come un villain spietato, intelligente e desideroso di racchiudere nelle sue mani l’intero universo. Un leader che tramite l’intimidazione è riuscito a costruirsi un esercito infinito, aizzato alla guerra e devastazione attraverso discorsi plateali che chiaramente si ispirano ai modelli autoritari della reale storia recente. Un animo oscuro e privo di scrupoli, che però nasconde un passato fatto di turbamenti e ferite profonde ancora tutte da scoprire. Un buon debutto cinematografico per quello che sarà l’anima, o quantomeno il fulcro, dei prossimi film dell’MCU.

Kang non è però l’unico a presentarsi al primo appello. Cassie, la ormai cresciuta figlia di Scott, entra ufficialmente nella squadra della famiglia di supereroi e lo fa subito da protagonista. E’ infatti la giovane a creare il caos nel quale vengono catapultati i personaggi, ma sarà lei a battersi con le unghie e con i denti per rimettere le cose a posto. Un bel personaggio sì, ma che non porta nulla di nuovo all’interno del mondo già conosciuto, quindi la domanda viene spontanea: avevamo bisogno di un altro supereroe che basa la sua forza su armature tecnologicamente avanzate e con medesimi poteri di una manciata di altri eroi già presenti? La risposta è palesemente no.

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Cassie Lang

Cast e sceneggiatura

Nulla di nuovo riguardante i character già noti. Un minimo approfondimento è stato fatto circa il personaggio interpretato da Michelle Pfaiffer, in particolare del suo periodo nel regno quantico. Purtroppo però la stessa sorte fortunata non è toccata agli altri. Quello che però ha maggiormente deluso, è la conferma ad un andamento narrativo ormai costante e abbastanza snervante. Ogni vicenda che avviene in questo universo è sempre causata dagli eroi che poi si battono per risolverla. Gli eroi stanno sempre più perdendo il loro status, essi è vero risolvono le catastrofi, ma molto spesso queste sono causate da loro stessi. Dove sta l’eroismo nel salvare la vita di uno o più uomini dopo che questa è stata messa in pericolo dall’eroe stesso?

Anche sotto il profilo tecnico i passi fatti in avanti non sono abbastanza. La regia di Peyton Reed regala dei buoni momenti, e la battaglia finale è forse una delle migliori viste da un anno a questa parte. Purtroppo però, la sceneggiatura sembra essere ancora un punto debole dei Marvel Studios. Battutine stupide e fuori luogo spezzano l’azione, la ridicolizzano e troppo sovente fanno crollare il castello instabile che pian piano e con difficoltà si andava a formare. Per finire, la CGI ha ancora troppe sbavature, non giustificabili visto l’altissimo budget del film (circa 200 milioni di dollari).

Questo Ant-Man and the Wasp: Quantumania non fa ben sperare circa il futuro dell’MCU certo non è un film neurologicamente dannoso, ma ricordando che quest’opera segna l’inizio di una nuova era, l’innalzamento dell’asticella era d’obbligo.

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Ant-Man in azione

Ant-Man and the Wasp: Quantumania trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un cinecomic abbastanza buio, insufficiente per aprire un nuovo filone all'interno del Marvel Cinematic Universe.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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