E’ nelle sale italiane “Anora“, la dramedy romantica diretta da Sean Baker vincitrice della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes. E ci sono vari motivi per non perderlo: a cominciare dalla straordinaria protagonista, Mikey Madison, che riesce a dare corpo e anima ad una erotic dancer in cerca di riscatto sociale. La regia e la sceneggiatura di Sean Baker riescono a rendere “Anora” come una delle più interessanti rom com drammatiche degli ultimi anni.
“Anora” è un “Pretty Woman” contemporaneo, più raffinato, meno lezioso e hollywoodiano (nonostante sia profondamente americano), ma con un’audace carica emotiva. Meno commedia rispetto alla pellicola con Julia Roberts, e più dramma sociale e contemporaneo ambientato tra chi cerca il riscatto (Anora) e i ricconi dell’oligarchia russa, che con il denaro e la prepotenza credono di comprare tutto . Ma già Sean Baker ha creato da tempo sperimentazione filmografica indipendente nell’America che possiamo definire ai margini. E lo ha fatto con “Tangerine”, “Florida Project”, “Red Rocket”.
Anora: cast, trama, recensione
Mikey Madison interpreta il ruolo della protagonista, Anora. L’attrice porta un’energia indomita raramente vista nel cinema contemporaneo, ed è una fortissima contender ai prossimi premi Oscar. Se non ha la statuetta già in tasca, poco ci manca. Questo film di Sean Baker ha rappresentato per lei un’occasione di svolta fortissima nella sua carriera, dopo i ruoli oscuri in “C’era una volta… a Hollywood” e “Scream”.
Madison è Anora, una sex worker alla Pretty Woman molto poco Cenerentola, ma parecchio determinata, e in alcuni frangenti enormemente incazzata. Il suo sogno di una vita migliore è quello che si può ritrovare ricorrente nella cinematografia di Baker. Mark Eydelshteyn è invece Vanya/Ivan, il rampollo miliardario figlio dell’oligarchia russa trapiantata a Brooklyn.
Jurij Borisov, uno dei migliori attori russi della sua generazione, interpreta un ruolo di supporto significativo nel film. Borisov è noto per la sua interpretazione in “Scompartimento n.6” un film che ha ricevuto lodi internazionali. Qui porta una carica emotiva che arricchisce la trama, dando un volto umano alla complessa situazione di Anora. Borisov è più di un semplice tirapiedi, e la sua presenza contribuisce davvero a creare quel dettaglio apparentemente “consolatorio” nell’amarissimo finale di questa scatenata commedia.
Il sogno americano secondo una nuova prospettiva
L’ambiente dello strip club viene raccontato da Baker, con dettagli narrativi che lasciano le vertigini cinefile. Un’analisi che è quasi documentaristica di questo ambiente. Si va oltre la danza erotica. Anora, una sex worker di Brooklyn, si sposa improvvisamente con il superficiale figlio di un oligarca russo. Quest’ unione, inaspettata e fuori dagli schemi, provoca una serie di reazioni quando la famiglia di lui, residente in Russia, scopre il matrimonio e cerca con ogni mezzo di annullarlo.
Il sogno americano quì viene attualizzato con un cambio di prospettiva. Attraverso quello di un millennial multimiliardario, che attraverso una vagonata di soldi pensa di poter possedere tutto, e Anora, colei che quel sogno ai margini della società cerca di raggiungerlo in un certo senso inconsapevolmente.
Il netto contrasto tra le culture e le classi sociali in “Anora”
La relazione tra Anora e Ivan apre un confronto culturale significativo, che riflette i rapporti tesi tra due mondi apparentemente opposti: la Brooklyn popolare di Anora e l’élite russa da cui proviene il marito. Questo contrasto evidenzia temi contemporanei come il privilegio, il potere economico e l’ineguale accesso alle opportunità.
Questo sottolinea quanto le differenze culturali possano influenzare le scelte personali e i legami familiari. Attraverso queste tematiche, “Anora” diventa un’esplorazione delle tensioni sociali e culturali, facendo emergere per forza di cose questioni di identità e appartenenza
La storia di “Anora” si presta a una narrazione in bilico tra dramma realistico e fiaba moderna. Il tema del “Cenerentola moderna” offre uno spunto intrigante, mostrando come l’apparente “salvezza” rappresentata da un matrimonio con un uomo ricco e potente si trasformi in una situazione complicata e conflittuale.
In un’epoca in cui l’inclusione sociale e la rappresentazione delle minoranze sono temi sempre più presenti, “Anora” si distingue per la capacità di affrontare questioni delicate senza cadere in stereotipi. Il ritratto empatico e complesso di Anora contribuisce a sensibilizzare il pubblico su questioni legate alla vulnerabilità sociale e al pregiudizio, rendendo il film rilevante anche dal punto di vista culturale.
Cosa differenzia “Anora” dai precedenti lavori di Sean Baker?
“Anora” segna un’evoluzione interessante nella filmografia di Sean Baker, sia per il cambio di tono che per l’espansione del suo sguardo narrativo. Ecco alcune delle principali differenze rispetto ai suoi lavori precedenti come “Tangerine” e “The Florida Project”. Nello specifico si fa riferimento ai temi sociali pesanti che hanno avuto un approccio realista e quasi documentaristico.
In “Anora” invece c’è una commistione di dramma con elementi di fiaba moderna. La favola sociale è ben diversa dal suo stile di realismo puro e crudo. Nel film Baker vuole esplorare il confine tra realtà e ideale, e per questo offre un’interpretazione decisamente più sfumata di quella che viene considerata “salvezza” o riscatto.
Nei suoi vecchi lavori, Sean Baker si è concentrato su personaggi e ambientazioni prettamente americane, analizzando quelle che sono le dinamiche socioeconomiche interne degli Stati Uniti. Mentre nella sua pellicola Palma d’Oro, l’inclusione di questa famiglia di oligarchi russi introduce l’elemento del confronto culturale. A livello narrativo questo pone l’acceleratore su quelle che sono le varie tensioni culturali e sociali globali. La stessa Brooklyn e Brighton Beach rappresentano dei luoghi fisici e metaforici che Baker non aveva mai approfondito prima.
Conclusioni
“Anora” approfondisce quella che è la complessa evoluzione emotiva di un personaggio femminile, circondato da altrettanti che sono marginali, ma che diventano via via più importanti. Madison porta il suo personaggio a confrontarsi con nuove realtà, mostrando sia la sua resilienza ma anche le sue contraddizioni emotive.
La pellicola rappresenta anche un’evoluzione tecnica nella filmografia di Baker, che riesce comunque a mantenere la sua autenticità stilistica. Che è rappresentata da un approccio realistico a livello estetico. La fusione tra dramma e favola sociale è indicativa di una nuova fase di carriera per questo regista che allarga il suo campo d’indagine. Ai prossimi Oscar, “Anora” potrebbe (senza neanche tante sorprese) vedere riconosciuti i premi per il miglior film, miglior attrice protagonista e sceneggiatura.
Presentata anche alla Festa del Cinema di Roma 2024, la pellicola è nelle sale italiane dal 7 novembre distribuita da Universal Pictures.