HomeCommediaAmsterdam, la recensione del nuovo film di David O. Russel

Amsterdam, la recensione del nuovo film di David O. Russel

Presentato in anteprima alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma, Amsterdam è il nuovo film della Regency Enterprises, scritto e diretto da David O. Russel. Dopo i successi de Il lato positivo, American Hustle e Joy, a sette anni di distanza dal suo ultimo lavoro David O. Russel ritorna in sala accompagnato da un cast di stelle, nel quale brillano i nomi del trio protagonista composto da Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington. Seppur in ruoli di minor rilievo, sono presenti anche Anya Taylor-Joy, Chris Rock, Rami Malek, Taylor Swift, Zoe Saldana e Robert De Niro.

Amsterdam sarà distribuito dai 20th Century Studios a partire dal 27 Ottobre.

Amsterdam, trama

Stati Uniti, anni ’30. Il medico Burt Berendsen (Christian Bale) e il suo miglior amico, l’avvocato Harold Woodman (John David Washington) si trovano a dover fare i conti con un accusa di omicidio. Qualche giorno prima Liz (Taylor Swift), la figlia di un loro collega d’armi, si era presentata dai due con il sospetto che il proprio padre non fosse morto in circostanze naturali. Dopo un analisi, la verità viene a galla, e i sospetti della ragazza risultano più che fondati. Quando però Burt e Harold si incontrano con Liz questa viene spinta da un uomo misterioso sotto le ruote di un auto, causandone la morte. Per errore i due vengono accusati di omicidio, e per potersi scagionare dovranno dimostrare la loro innocenza e si troveranno ad affrontare qualcosa di molto più grande di loro e quello che sembrava essere solo un semplice omicidio farà salire a galla un caso di cospirazione che mira a scuotere le fondamenta della democrazia americana. Ad aiutarli in questa drammatica vicenda ci sarà Valerie (Margot Robbie), un amica conosciuta dodici anni prima durante un felice periodo vissuto ad Amsterdam e della quale si erano perse le tracce. Seguiranno una marea di avventure e i protagonisti si troveranno immischiati in un affare di stato ai limiti dell’immaginabile.

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Amsterdam

Nonostante i grandi nomi Amsterdam non convince

Tre amici, un omicidio e un organizzazione segreta dal carattere sovversivo, questi sono gli elementi principali di Amsterdam, il nuovo film di David O. Russel che in poco più di due ore vuole raccontare le vicende di un medico, un avvocato e un ex infermiera uniti da una grande amicizia che si troveranno ad combattere contro un nemico il cui scopo è quello di instaurare una dittatura nazionale simile a quelle del vecchio continente.

Le basi sono buone, il soggetto è accattivante, ma David O. Russel cade nell’errore che ormai da diverso tempo lo contraddistingue, ovvero cercare in tutti i modi di stupire forzatamente lo spettatore. Questo non avviene però attraverso la scrittura, i colpi di scena non sorprendono, l’atmosfera noir che dovrebbe aleggiare lungo il corso degli eventi è poco palpabile e le gag che dovrebbero smorzare i toni non svolgono il loro compito. Il regista cerca di colpire nel segno grazie a un cast pieno di grandi attori pluripremiati, che però non esprimono al meglio tutte le loro abilità interpretative a causa di una presenza a volte veramente marginale. Non si può certo dire che questi ultimi non diano un ottima prova, ma la sensazione è che molti di questi personaggi siano stati inseriti all’interno della storia solo per poterli far impersonare da una grande stella hollywoodiana. In particolare Zoe Saldana e Chris Rock sembrano essere entrati poco nella parte, ed è abbastanza inconcepibile come due attori dal simile talento siano stati poco più che comparse.

Amsterdam

Il ritmo del film è poi abbastanza lento e poco coinvolgente, dal trailer mostrato tempo addietro l’idea che ci si era fatti era quella di un film molto movimentato, una fuga continua nell’America post primo conflitto bellico. La verità è tutt’altra, il film è molto statico e più di un terzo del minutaggio è utilizzato per raccontare il passato e la vita che Burt, Harold e Valerie hanno vissuto nella capitale dei Paesi Bassi. Una nota positiva sono sicuramente i tre protagonisti e l’amicizia di cui si fanno bandiera, ricordando a tutti il valore e l’importanza di questo sentimento.

Il film tratta anche di altre tematiche rilevanti, ma in modo molto marginale. Verso il finale si fa un accenno alle dittature totalitarie e a come queste acquisiscano il potere mediante colpi di stato mossi nell’ombra. Un accenno sicuramente giusto e importante, che però anche in questo caso è solo un accenno.

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Tirando le somme Amsterdam non decolla, David O. Russel non riesce a stupire nonostante i mezzi a propria disposizione. Il ritmo è lento e manca di un elemento trainate, i personaggi sono troppi e molti non sembrano avere alcun ruolo, e la regia non regala momenti di stupore. Peccato perchè da un regista che comunque in passato aveva fatto vedere ottime cose in film come The Fighter, e con un budget importante (circa 80 milioni di dollari) ci si sarebbe sicuramente aspettati di più.

Amsterdam

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Amsterdam non brilla, un film che coinvolge poco e che racconta una storia priva di colpi di scena e sorprese.
Davide Secchi T.
Davide Secchi T.
Cresciuto a pane e cinema, il mio amore per la settima arte è negli anni diventato sempre più grande e oltre a donarmi grandissime emozioni mi ha accompagnato nella mia maturazione personale. Orson Welles, Ingmar Bergman, Akira Kurosawa e Federico Fellini sono gli autori che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso.

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