Luca Guadagnino, regista acclamato per pellicole come Chiamami col tuo nome e Suspiria, ha sorpreso il pubblico con l’annuncio del suo prossimo progetto: un adattamento moderno di American Psycho (qui la nostra recensione). Il romanzo di Bret Easton Ellis, già portato sul grande schermo nel 2000 da Mary Harron con Christian Bale nei panni di Patrick Bateman, tornerà ora nelle mani di Guadagnino, che promette una rilettura inedita e attuale della storia.
L’adattamento di American Psycho da parte di Luca Guadagnino rappresenta una sfida ambiziosa, considerato l’impatto culturale e simbolico del film originale e del romanzo di Ellis. La figura di Patrick Bateman, con la sua ossessione per il controllo e l’immagine, è diventata una metafora potente del capitalismo sfrenato e dell’alienazione dell’individuo.
American Psycho: il volto del nuovo Patrick Bateman:
Resta da scoprire chi interpreterà il nuovo Bateman. La scelta dell’attore che darà volto al nuovo Bateman è centrale per il successo del film. Se Christian Bale ha rappresentato l’inquietante freddezza del personaggio, chi lo sostituirà dovrà bilanciare gli attributi del personaggio secondo le proprie qualità fisiche.
I nostri attuali contendenti hanno una spiccata voglia di interpretare personaggi strani, ma i requisiti fisici del ruolo sono piuttosto vaghi. Un muscoloso in stile Bale è tanto plausibile quanto un attore più elfico. Tra i nomi che circolano ci sono Timothée Chalamet, Bill Skarsgård, Andrew Scott, Barry Keoghan, Jacob Elordi, Daniel Kaluuya e molti altri, ognuno con caratteristiche diverse, ma tutti capaci di incarnare la complessità del personaggio. Timothée Chalamet, per esempio, con il suo fisico snello e il carisma misterioso, potrebbe offrire un’interpretazione che riflette le insicurezze e la fluidità identitaria contemporanea. Dall’altro lato, attori come Barry Keoghan o Daniel Kaluuya, noti per i loro ruoli più intensi e disturbanti, potrebbero dare una nuova profondità a Bateman, accentuando i suoi aspetti più oscuri e psicopatici.
Indipendentemente dalla scelta, l’interpretazione di Guadagnino promette di essere un’analisi provocatoria dell’individualismo e della moralità nella nostra epoca, offrendo non solo un remake, ma una critica sociale rinnovata e visivamente sorprendente.