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Amarcord di Federico Fellini

Amarcord” è uno dei classici film di Federico Fellini. Uscito nel 1973 e presentato fuori concorso al festival di Cannes, viene visto come un’autobiografia della vita giovanile del suo autore. Un regista che ha portato il cinema italiano a splendere nel mondo. Vincitore del premio oscar al miglior film straniero nel 1975 e di una miriade di riconoscimenti in tutto il globo, tra cui quattro Nastri d’argento e due David di Donatello. Tra gli attori protagonisti Armando Brancia, Magali Noël e Ciccio Ingrassia.

Amarcord, trama

La storia racconta la vita del giovane ragazzo conosciuto come Titta. Il periodo storico nella quale si svolge la vicenda è il periodo fascista dei primi anni 30 del 900. Il passaggio verso la vita adulta attraverso vari momenti, dal rapporto con gli amici a quello familiare, passando per le prime cotte d’amore. La città di Rimini fa inoltre da scenario ai diversi fatti che accadono. Il clima politico infatti influenza e condiziona le scelte dei suoi abitanti, coinvolgendoli in ogni suo aspetto.

Amarcord, recensione

Federico Fellini è un autore cinematografico che non ha bisogno di presentazioni. È probabilmente la persona che più di ogni altra, ha contribuito, in un momento storico incredibile per il nostro paese, a elevare il cinema italiano a forma d’arte, realizzando dei prodotti che non hanno eguali nel mondo. Questo suo ennesimo lavoro rappresenta la summa più alta della sua carriera, o almeno l’ultima grande vetta raggiunta dal regista romagnolo.

Il film rappresenta in sostanza l’autobiografia del regista stesso, in cui descrive attraverso significativi e simbolici episodi quella che è stata la sua giovinezza. Il protagonista viene quindi ad indicare l’alter ego felliniano, un ragazzo intrepido, scapestrato e spavaldo, ma allo stesso tempo caratterizzato da una sensibilità marcata. Attraverso il ragazzo, Fellini ripercorre la propria vita, e l’elaborazione della sua memoria diventa, grazie al successo del film, la memoria collettiva dell’italiano medio, vissuto a cavallo fra i venti e i trenta del 900.

Amarcord

Un viaggio nella memoria del suo autore

Dopo lo strepitoso apprezzamento ricevuto dal pubblico e dalla critica mondiale avvenuto nei decenni precedenti, Fellini sembra voler tornare alla scoperta delle proprie origini, pescando tra i ricordi che lo hanno condizionato e lo hanno plasmato nella figura che il pubblico conosce, da uomo rispettabile e ricercato da tutti. Si rivolge quindi al passato per poter mettere mano a un’opera che è diventata immortale. Già in occasioni anteriori, ha avuto modo di raccontare perfettamente la sua giovinezza, ma mai ai livelli con il quale si è lasciato trasportare dalla memoria, come ai tempi di “Amarcord“.

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Fellini struttura quindi la narrazione su questi significativi episodi, narrati in singole scene, che occupano ciascuna una sostanziosa parte della pellicola. Tra le più memorabili, quella dello zio sull’albero o il pranzo di famiglia. Scene che mostrano un’umanità profonda e una caratterizzazione potente di ogni singolo personaggio, contribuendo quindi alla descrizione anche di un momento storico cruciale per il popolo italiano.

Nella costruzione artificiosa, che contraddistingue l’intera filmografia felliniana, il regista riesce a inquadrare perfettamente quello che è il contesto sociale nella quale sono inseriti i suoi personaggi, descritti attraverso sfumature e dettagli, che li rendono appunto umani.

Amarcord

Essere italiani al tempo del fascismo

Il fascismo raccontato dal suo autore, è volto a smascherare la contraddizione di cui si fa carico l’ideologia dominante dell’epoca, nonostante la convinzione di quegli uomini che esercitano il potere. L’ordine con il quale il partito vuole organizzare la società, viene totalmente deriso e reso banale, dalla quotidianità di quegli abitanti e dal loro modo di essere, che predomina oltre il dominio totalitario. Gli abitanti sembrano infatti mantenere le proprie peculiarità, nonostante tutto quello che accade intorno a loro. Si ha l’impressione che il potere non riesca a scalfire la reale essenza di quei personaggi.

Fellini, attraverso il passaggio nei suoi ricordi, delinea un comportamento alimentato da gesti e modi di fare che non tanto sembrano diversi rispetto, anche semplicemente, a quelli che sono stati i tempi storici venuti immediatamente dopo. Il paradosso felliniano risiede nella sua rappresentazione, in cui nonostante il mantenimento di un sistema basato sulla violenza e l’ingiustizia, l’italiano medio mantiene la sua indole e il suo temperamento, che si manifesta al suo massimo, nei momenti di vita comune. Nella descrizione di una tipica famiglia romagnola, Fellini rivela la realtà di tutti i giorni, che scandisce la vita di ogni membro di essa. Oggi quella umanità, si è quasi persa, eppure sembra incredibile, se pensiamo che all’epoca la propaganda contribuisce non poco a tracciare i requisiti standard di assoggettamento.

Il fascismo è stato in grado, per un certo periodo di tempo, di mantenere l’ordine sociale che si è prescritto, ma se sussiste un aspetto sui cui il fascismo probabilmente è riuscito poco a intaccare, è stata l’anima interiore del vero cittadino di borgo, che trova la sua reale espressione all’interno del nucleo familiare di appartenenza o del gruppo di amici.

Amarcord

Perchè è importante Amarcord

La regia felliniana si mostra attenta e precisa nel voler raccontare attimi di leggerezza che vivono i suoi personaggi, interpretati da attori di alto livello. La recitazione funziona a modo, merito della grande direzione attoriale con il quale Fellini è sempre riuscito a distinguersi. Il comparto tecnico si avvale di assidui collaboratori e persone con gran talento. Ad accompagnare le immagini compare l’immensa musica di Nino Rota, che si avvale di un leitmotiv sonoro impressionante, uno degli apici della sua carriera artistica.

Amarcord” è importante perché il film presenta una descrizione del popolo italiano in maniera altamente poetica, nella sua genuina volgarità e semplicità, con il quale sono contraddistinte le azioni dei singoli soggetti ripresi. È nella forma e nelle movenze che è racchiusa tutta l’essenza di un popolo, che a prescindere da quello che accade, rimane fedele alle abitudini e ai costumi di sempre. Essere italiani trascende quindi dal tempo e dallo spazio, e Fellini lo racconta, attraverso la sua infanzia, che a ben pensarci, rappresenta anche l’infanzia di un’intera nazione.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Federico Fellini compie il suo capolavoro degli anni 70 e uno dei film più famosi del cinema italiano.
Giovanni Veverga
Giovanni Veverga
Amo gli autori che vogliono e sanno come raccontare una storia in grado di affascinare lo spettatore.

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