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Adagio: la parola ai tre protagonisti

Adagio, l’ultimo film di Stefano Sollima, dopo la sua presentazione al Festival di Venezia di quest’anno, arriva in sala per Vision Distribution dal 14 dicembre.

Adagio (la nostra recensione qui) è “un atto d’amore“, così lo definisce il regista, un’occasione per concludere le storie con cui ha delineato il mondo sotterraneo di una Roma fatta di criminalità e potere (rappresentato in Suburra e in Romanzo criminale).

Il film, più intimo rispetto ai precedenti, sarà prodotto Lorenzo Mieli di The Apartment (una società di produzione) e dal regista stesso.

Adagio: ricordiamo la trama

Adagio racconta di un mondo in decadenza, afflitto da incendi e blackout, ma guarda anche alle ferite sui corpi di tre criminali che attendono la morte.

Vedremo Manuel (Gianmarco Franchini), adolescente che si prende cura del padre anziano (Toni Servillo), subire un ricatto e decidere di fuggire da chi lo “controlla”. Per farlo si farà aiutare da due ex criminali, della stessa banda del padre, interpretati da Valerio Mastandrea e Pierfrancesco Favino.

In occasione di una conferenza stampa a Roma i tre protagonisti di Adagio rivelano alcuni dettagli del loro lavoro sul set.

Adagio

Adagio: parlano i protagonisti. Favino, il Cammello

Proprio quest’ultimo parla ai microfoni della conferenza stampa di Roma e racconta che è entusiasta di aver avuto l’occasione di impersonare “qualcuno che avresti potuto incontrare per strada, ma che allo stesso tempo sembra uscito da un fumetto. Ho immaginato un corpo di un insetto, specie di una blatta, che si isola dal calore e dal fuoco che lo circonda. Ci siamo detti di quale male fosse vittima il mio personaggio, il Cammello. Roma è una presenza forte, ma l’elemento simbolico di una realtà in cui ci troviamo isolati mentre tutto intorno brucia”.

Adagio

Mastandrea, Polniuman

Se il Cammello di Favino è un malato terminale, il Daytona di Mastandrea in Adagio è un cieco: “Ho indossato delle lenti bianche tutto il giorno, senza levarle. Vedevo velato e mi sono reso conto come sia incredibile lo spirito di adattamento di corpo e testa, tanto che facevo quasi più fatica dopo poco a ricordarmi di averle. Mi ha aiutato a rendere la cecità, che ti costringe a muoverti in un certo modo”, dichiara Mastandrea nei riguardi della sua esperienza sul set.

Adagio

Servillo, il Dytona

Toni Servillo, che in Adagio interpreta un ruolo altrettanto interessante, quello del padre di Manuel, interviene dichiarando alla stampa: “Mi era capitato già di interpretare due gemelli o due persone nello stesso film, mai due personaggi nella stessa persona. Non ho avuto bisogno di invecchiare troppo. L’approccio è stato fisico, ma soprattutto legato ai costumi, a quei quattro cenci che indossa“.

Silvia Lopes
Silvia Lopes
La mia più grande passione è il cinema, fonte di vita e di crescita continua. Mi piace il cinema d’autore e quello di genere, amo i thriller ma non mi dispiacciono i film storici o drammatici. I miei grandi nomi sono Tarantino, Scorsese, Allen, Spielberg.

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