Riprendendo i triti stereotipi sui vampiri con un tocco di balletto, Abigail si muove attorno alla familiarità della sua premessa con un cast di gioco e uno stile raffinato.
Abigail è un film horror del 2024 diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (La stirpe del male, Finchè morte non ci separi, Scream, Scream VI).
Scritto da Stephen Shields (The Hold in the Ground ) e da Guy Busick (Ready or Not),
Abigail è una rivisitazione moderna del film La figlia di Dracula del 1936.
Abigail: trama
La premessa è semplice: un gruppo di ladri professionisti rapisce la giovane figlia di un ricco personaggio e la tiene in ostaggio per un riscatto di 50 milioni di dollari, ma si scopre che la bambina è in realtà una vampira assetata di sangue. È un bel gancio che senza dubbio farà alzare la fronte a qualsiasi appassionato di horror.
Il duo di registi non si è mai sentito così libero, puntando tutto sull’umorismo nero e portando lo spargimento di sangue a livelli assurdi che vi faranno ridere a crepapelle per l’eccitazione pura.
Abigail è un film di rapine finite male condito con un po’ di slasher e più vampiri, ovviamente. Il mix risultante di brividi, zanne e sangue è divertente in parte perché ti permette di guardare i vari tropi danzare e mordersi a vicenda.
Abigail: recensione
Abigail ha la giusta dose di umorismo, una quantità di sangue superflua e sufficienti spaventi improvvisi per tenervi completamente coinvolti dall’inizio alla fine.
Una delizia sanguinaria e un’ulteriore prova che le storie incentrate sui mostri classici della Universal Studios possono rivelarsi un successo nelle mani giuste.
Un bel film, sanguinoso e divertente in modo macabro, con personaggi coloriti, performance divertenti da parte di un buon cast e dialoghi sopra le righe.
I registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett sono esperti di tradizioni horror e riempiono i loro film di riferimenti consapevoli, colpi di scena raccapriccianti e battute sensazionali.
Abigail rovescia i tropi dell’ horror
Gli slasher sono solitamente costruiti su un singolo capovolgimento: come Freddy Krueger nel film Nightmare o Jason Voorhees in Venerdì 13 che si fanno strada assassinando senza rimorsi per un’ora e mezza circa, e poi negli ultimi 15 minuti la presunta vittima femminilizzata sopravvissuta e indifesa afferra il paletto/fallo/motosega e fa del male agli altri. I film di rapina, al contrario, sono solitamente progettati attorno a molteplici colpi di scena e tradimenti.
Abigail, invece, affonda abilmente i denti in questi tropi alternativamente. Abigail è prima la prigioniera debole, poi l’antagonista da incubo, e poi passa avanti e indietro un paio di volte in contrappunto, o all’unisono con, l’hacker della squadra di rapina Sammy (Kathryn Newton), il poliziotto corrotto Frank (Dan Stevens) e, naturalmente, con Joey (Melissa Barrera). Piuttosto che una fantasia di empowerment (che è ciò che sono la maggior parte degli slasher) o un esercizio contorto di cinismo narrativo, Abigail diventa una specie di cinica presa in giro dell’empowerment, dove l’antagonista malvagio continua a essere qualcun altro, possedendo (a volte letteralmente) vari personaggi a turno.
Ci sono momenti in questo balletto vorticoso di divertimento pulp in cui non sei davvero del tutto sicuro di quali tropi familiari saranno schierati e come, il che significa che non è chiaro chi rimarrà in piedi alla fine. Ho apprezzato l’incertezza, ma a quanto pare Bettinelli-Olpin e Gillett non si sono fidati del fatto che il loro pubblico li avrebbe seguiti in un posto troppo strano, e la narrazione finisce piroettando attentamente verso una posizione in cui i meno simpatici sanguinano mentre quelli toccati in qualche modo dal primato narrativo seppelliscono le loro varie armi insieme nei battiti culminanti designati.
Il cast
Melissa Barrera è una fantastica “Scream Queen”. Melissa Barrera è una superstar. Il suo lavoro in
Abigail è a dir poco straordinario. Dà a Joey un sacco di cuore, intelligenza e carisma.
E Alisha Weir (Abigail) si butta a capofitto nel ruolo demoniaco (è molto divertente sentire questa adorabile bambina vomitare oscenità come un marinaio che ha accidentalmente gettato l’ancora sul suo piede). In un batter d’occhio, può passare dall’essere adorabile a farti venire i brividi. Quelle sue sequenze di danza sono estremamente incantevoli, ma a volte hanno anche conseguenze devastanti. Mettere così tanto su un giovane attore può essere una scommessa e Weir gestisce tutto ciò che le viene dato meglio di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare. Rende Abigail un personaggio emozionante da guardare mentre il suo arco narrativo si svolge.
Dan Stevens ha i suoi momenti tremendamente squallidi e offre una commedia ben modulata.
Ma devo andare con Lisa Frankenstein in persona, Kathryn Newton, che spara qualche battuta e sfrutta al meglio la sequenza più demente del film.
In conclusione
Venite per i vampiri, restate per l’azione e ricordatevi che i film horror possono essere intelligenti, regalare spaventi inaspettati e portare nuova linfa a un sottogenere un tempo sommerso da glitter e denti finti. Tutto questo è Abigail.
Descriverei il film come la “sorellina di Renfield” per il modo in cui si allontana dalla suspense generale, ma punta tutto sullo stile fumettistico, sull’azione esagerata e sul gore estremamente gratuito.