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Non essere cattivo: la recensione dell’ultimo film di Caligari

Non essere cattivo è un film del 2015, terza e ultima opera del regista Claudio Caligari.

Presentato fuori concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e successivamente scelto come film rappresentante il cinema italiano alla selezione per l’Oscar al miglior film straniero del 2016, il 18 dicembre 2015 è stato purtroppo escluso da quest’ultima candidatura.

Il film rappresenta la conclusione della trilogia pensata da Caligari, iniziata con Amore tossico e proseguita con L’odore della notte.

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Non essere cattivo riprende infatti le atmosfere dei luoghi di Amore tossico ma si ambienta dodici anni dopo. Definita dal regista stesso “Una storia degli anni novanta. Quando finisce il mondo pasoliniano” l’opera offrirebbe al panorama cinematografico un’eredità da preservare: quella della voce degli “ultimi” e del loro riscatto sociale.

Il film esce postumo dal momento che Claudio Caligari, malato di cancro da tempo, viene a mancare poco dopo la fine delle riprese.

Non essere cattivo

Cast e riconoscimenti

La realizzazione di Non essere cattivo è dovuta anche al supporto produttivo di Valerio Mastandrea, amico del regista e attore protagonista in L’odore della notte.

Il film vede in prima linea nel cast i giovanissimi talenti, Luca Marinelli e Alessandro Borghi nei ruoli dei due protagonisti, rispettivamente Cesare e Vittorio.

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La coppia Borghi-Marinelli funziona benissimo sul grande schermo tanto che sarà consolidata anche nel più recente Le otto montagne.

Non essere cattivo ha collezionato alcuni importanti riconoscimenti: a Venezia 72 vince il Premio Pasinetti al Miglior film e al Migliore attore per Luca Marinelli, inoltre nel 2016 si aggiudica un David di Donatello per il miglior sonoro.

Non essere cattivo

Non essere cattivo: la trama

Ostia 1995.

Vittorio (Alessandro Borghi) e Cesare (Luca Marinelli) sono amici da sempre e vivono le loro giornate nella piccola criminalità, tra lo spaccio e il consumo di droghe sintetiche.

Entrambi rifiutano una vita onesta e lavorativa: cercano nella droga una via d’uscita dai problemi della loro vita.

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Vittorio, quando incontra Linda (Roberta Mattei), sarà il primo a cambiare vita e a rinnegare la “strada”, iniziando a lavorare come operario in un cantiere. Prova così a coinvolgere anche Cesare, che intanto inizia a frequentare Viviana (Silvia D’Amico) sognando di costruire una famiglia insieme a lei.

Ma Cesare sarà risucchiato di nuovo dal vortice della malavita che sarà per lui fatale, vanificando tutti i suoi buoni propositi.

Non essere cattivo

Non essere cattivo: la recensione

Non essere cattivo è una storia di rabbia e di dolore il cui background è il cinema pasoliniano (pensiamo per esempio ad Accattone) e il genere del neorealismo.
La materia di scrittura è verosimile, e si struttura su dialoghi potenti e concitati, in una messa in scena che alterna immagini allucinogene dovute all’assunzione di droghe dei due protagonisti e al realismo della violenza delle borgate.

Non essere cattivo contiene un messaggio di denuncia per tutto ciò che succede nelle periferie: le aggressioni, l’abuso di droga, le cattive abitudini, gli omicidi.

Emerge dunque una forte riflessione sull’ingiustizia sociale che decide il futuro di quei giovani senza alcuna opportunità di riscatto.

Non essere cattivo

Non essere cattivo: la voce degli ultimi

Siamo di fronte alla storia di un’eredità, quella di chi sta in fondo alla catena sociale: chi è scomparso a causa dell’AIDS, condannando a morte anche i propri figli, chi finisce in overdose, chi muore per un colpo di pistola.

Non essere cattivo va pensato come una lettera d’amore agli “ultimi” della società, le persone che vivono di piccoli espedienti in una realtà cattiva, violenta e sempre uguale a sé stessa.

L’opera rende omaggio alla voglia di redenzione di Cesare e Vittorio che rinnegano il mondo scadente nel quale campano nella speranza di conquistarsi una vita fatta di affetti e di onestà.

Claudio Caligari ha quindi offerto al pubblico un onesto ritratto del malessere della periferia, senza la pretesa di impietosire a tutti i costi.

Tuttavia il film termina con un messaggio di speranza, a voler in realtà ricordare la possibilità di un futuro migliore per tutti.

Cesare e Vittorio, due facce della stessa medaglia

Il cuore di Non essere cattivo sono le figure di Cesare e Vittorio: i due protagonisti, scritti con amorevole complessità, sono infatti diretti come due corpi speculari che si attraggono e si respingono, amandosi e odiandosi.

Cesare e Vittorio sono parte della stessa anima: si prendono a pugni e si abbracciano, come due fratelli che si amano e soffrono insieme. Vittorio è la nemesi di Cesare, il suo nemico, la figura che gli ricorda le sue responsabilità, quel punto di riferimento al quale affidarsi mentre si sta affondando.

Cesare, d’altro canto, ricorda a Vittorio da dove viene e il suo rapporto con l’illegalità, spingendolo a fuggire di nuovo da tutto ciò che è bene, come un lavoro e una famiglia.

Non essere cattivo: le conclusioni

Non essere cattivo è un film drammatico assolutamente riuscito: nella sua semplicità di trama riesce a conquistare il pubblico grazie soprattutto alla qualità di scrittura dei due personaggi protagonisti.

Forse la migliore interpretazione della coppia Borghi-Marinelli che qui ci regala una storia che non si dimentica facilmente: quella di una forsennata ricerca di una possibilità di emancipazione da un mondo dominato dalla legge di natura che uccide i più deboli e premia i più forti.

Un lascito degno di memoria, Non essere cattivo di Claudio Caligari, un film di verità e di sincera rabbia, l’urlo di chi viene dalla strada, e che prova a dire a sé stesso: “Non essere cattivo“.

Non essere cattivo: trailer

PANORAMICA RECENSIONE

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Non essere cattivo è uno dei film drammatici meglio riusciti dell'ultimo decennio. Il tema del disagio delle periferie è qui mescolato alla ricerca d'amore e alla voglia d'umanità che accomuna i due protagonisti. Claudio Caligari ci saluta con un'opera emozionante, da vedere e rivedere.
Silvia Lopes
Silvia Lopes
La mia più grande passione è il cinema, fonte di vita e di crescita continua. Mi piace il cinema d’autore e quello di genere, amo i thriller ma non mi dispiacciono i film storici o drammatici. I miei grandi nomi sono Tarantino, Scorsese, Allen, Spielberg.

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