Dopo il clamoroso fiasco di pubblico e critica di Lightyear – La vera storia di Buzz, la Pixar Animation Studios e La Walt Disney Pictures chiamano il regista Peter Sohn, anch’egli in passato abbastanza snobbato nel 2015 per Il viaggio di Arlo, per ritornare in sala con il loro nuovo film: Elemental. Moltissime le aspettative su questo colossal dell’animazione, costato 200 milioni di dollari, chiamato a riscattare gli ultimi fallimenti delle due major d’animazione statunitensi e di un regista che aveva fatto intravedere un gran potenziale, ma che non era ancora riuscito ad affermarsi nel campo dell’animazione.
Il film è stato presentato alla chiusura della 76ª edizione del Festival di Cannes. L’uscita nelle sale italiane è fissata per il 21 Giugno.
Elemental, trama
In una città fantastica, dove gli abitanti sono dei personaggi dalle fattezze umane composti dai quattro elementi (aria, terra, fuoco e acqua), una ragazza di fuoco di nome Ember (Leah Lewis) sogna di poter un giorno prendere in gestione l’attività famigliare. Il piccolo negozio, che il padre di Ember ha tirato su con fatica e sacrifici, rischia però la demolizione. La ragazza, accompagnata da un acquatico e simpatico Wade (Mamoudou Athie), farà di tutto per salvare l’eredità del padre. Tra i due protagonisti, nonostante l’incompatibilità, nascerà qualcosa di speciale, un sentimento che va oltre le leggi della natura.
Nulla di nuovo, ma tutto fatto molto bene
Dopo un inizio commovente, dove è stato mostrato il bellissimo corto L’appuntamento di Carl, la memoria è involontariamente andata a ripescare le emozioni che la Pixar dei tempi d’oro di Up e WALL-E e Toy Story 3 riusciva a portare nei cuori di grandi e bambini. Elemental non riesce certo a tracciare un solco tanto profondo quanto quello dei capolavori della casa, e molto probabilmente questo non verrà negli anni annoverato nell’elenco dei migliori Pixar. Va però detto che il nuovo film di Peter Sohn riesce a prendere molte delle tematiche tanto care alla Disney e Pixar senza cadere nell’errore di fare un mero copia e incolla.
Elemenatal riesce a raccontare una bellissima storia d’amore che “non s’ha da fare”. La ragione non è però frutto di una diatriba familiare in stile Capuleti-Montecchi, e altresì data da una differente materia compositiva del corpo, che altro non può fare che respingere questa forte passione. Nonostante queste premesse risuonino come un deja vu, il film di Sohn riesce ad avere una freschezza nella forma e nello stile differente.
Terra, aria, acqua convivono in maniera abbastanza pacifica e armoniosa nel mondo di Elemental. Diversa è la situazione del fuoco, costretto a vivere in maniera solitaria a causa della sua involontaria, e solo apparentemente, natura distruttiva. Una storia che punta quindi i propri fari su tematiche come l’emarginazione e la diversità, e forse anche un po’ sull’emigrazione e difficoltà nell’integrazione. Questi fari non sono però accecanti, il tutto non è forzato, e i contenuti si schiudono e vengono alla luce in modo molto naturale.
Un ottima animazione
In un annata dove SpiderMan: Across the Spider Verse e The First Slam Dunk hanno donato grande lustro all’animazione, riuscendo anche a rinnovarla sotto il punto di vista tecnico, la Pixar si presenta con un film che basa sì le proprie fondamenta su contenuti e temi cari alla casa, ma allo stesso tempo guarda le ultime uscite con tono di sfida, cercando di mettersi sul piano di questi senza rimanerne oscurato.
Elemental riesce in questo, la tecnica messa in campo è notevole, dettagliata, gli elementi rappresentati sono caratterizzati da un moto continuo. Le fiamme vive zampillano e mutano colore in base all’umore dei personaggi, e l’attenzione per i personaggi composti dall’acqua è quasi maniacale.
Stessa cosa è da dirsi per le ambientazioni. La città nella quale i nostri protagonisti vivono è sfolgorante, piena di dettagli, un luogo dai tratti futuristici, una Zootroplis qualche decennio in avanti. All’interno di questo posto il popolo del fuoco è però recluso in un piccolo quartiere popolare che sembra essersi fermato, dove i grandi grattacieli sono sostituiti da dei piccoli e tranquilli empori.
In conclusione
Il viaggio nel mondo dei quattro elementi della nostra madre terra porta a destinazione, e che destinazione. Elemental, si fonda su una storia semplice, ma allo stesso tempo che specchia problematiche attuali come l’immigrazione, l’integrazione, la diversità e gli amori a prima vista impossibili. Il tutto senza dimenticare la grande importanza che l’impatto visivo di un opera ha sul giudizio finale dello spettatore.
Un’ora e quaranta minuti che scorrono come l’acqua, tra risate e commozione l’intrattenimento è assicurato. Brava Pixar, brava Disney e pollice in su per Peter Sohn, che già con il suo primo lungometraggio aveva fatto vedere cose buone, ma che qui si supera notevolmente.