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Women talking – la recensione

Un raro esemplare di efficace testo filmico statico-dialogico si fa strada, silenziosamente, in questa stagione cinematografica fino a raggiungere – inaspettatamente, data la scarsa attenzione che purtroppo gli è stata tributata – il terreno degli Oscar 2023. Si tratta di Women talking – Il diritto di scegliere (104’), candidato per l’ambitissima statuetta dorata nelle categorie di Miglior Film e Miglior sceneggiatura non originale.

La pellicola, infatti, trae ispirazione dal romanzo del 2018 Donne che parlano di Miriam Toews, e arriva sul grande schermo per la trasposizione in sceneggiatura e la regia di Sarah Polley (al suo quarto film dopo Away from her, Take this waltz e Stories we tell). Prodotto da Orion Pictures, Plan B Entertainment e Hear/Say Productions, il lungometraggio dal sorprendente e lodevolissimo cast è distribuito in Italia da Eagle Pictures.

Women talking

La trama del film

Nel recente 2010, la routine quotidiana di una piccola comunità mennonita fortemente conservativa viene sconvolta al momento in cui le donne del villaggio scoprono che da anni i loro mariti, padri e fratelli hanno adottato la consuetudine di addormentarle a loro insaputa con sonniferi per poterle violentare più agilmente e con regolarità, notte dopo notte.

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Una volta venute a conoscenza di questa atroce pratica, la componente femminile del villaggio si raduna in gran segreto per decidere se abbandonare la propria cittadina, restare combattendo il fenomeno o restare senza adottare nessun provvedimento. La votazione, purtroppo, si rivelerà inconcludente e farà sì che la scelta venga affidata ad un consiglio di donne appartenenti a due delle famiglie più influenti del villaggio.

Viene richiesto dunque ad Agata (Judith Ivey) e alle sue figlie Ona (Rooney Mara) e Salome (Claire Foy), assieme a Greta (Sheila McCarthy) e alle sue figlie Mariche (Jessie Buckley) e Mejal (Michelle McLeod), di prendere una decisione, mentre l’insegnante di paese, August (Ben Whishaw), si fa carico di trascrivere il resoconto dell’assemblea.

La scelta da prendere si rivela però presto più complessa e dibattuta del previsto, poiché nel corso dell’incontro le donne si ritroveranno costrette a fare i conti con la loro fede salda e risoluta, con la paura dell’ignoto determinata dallo stato di ignoranza e analfabetismo al quale da generazioni sono costrette, ma anche con il terrore di abbandonare abitudini e famiglie e, al contempo, con un orgoglio ferito in modo atroce, violento e indelebile.

Women talking – La recensione del film

Sono tanti gli elementi costitutivi di Women talking che concorrono a renderlo un lungometraggio importante, o quantomeno portatore di una certa urgenza che si rivela particolarmente significativa in un momento storico come quello di oggi. In primis, senza alcun dubbio, si posiziona quello tematico della violenza, della violazione, della subalternità della componente femminile in relazione a quella maschile.

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Una linea tematica che, ovviamente, nel film si esprime ai suoi massimi termini, amplificata, ma che trova nella quotidianità odierna e extradiegetica una manifestazione per quanto meno enfatizzata (e comunque, non in misura eccessivamente inferiore) continua, ripetuta e assolutamente presente. Andando a prendere in analisi una casistica, certamente singolare, in cui il fenomeno trova espressione ai massimi termini, la pellicola va a porre con efficacia il riflettore sulle forme in cui quel medesimo fenomeno si esprime nel nostro quotidiano, ritrovandosi dunque ad identificare, e in conseguenza a denunciare, un pattern sociologico tanto pressante quanto preoccupante.

In questo senso, di particolare efficacia si rivela in Women talking la contestualizzazione temporale della diegesi filmica. Non rivelando inizialmente in quale epoca si collochi la narrazione, e al contempo mostrando la quotidianità di quella che appare una vita comunitaria di un tempo che fu, e quindi apparentemente superata se non obsoleta, lo spettatore è portato a datare la vicenda in un passato imprecisato in cui è più facile legittimare gli eventi narrati, alla luce di meccanismi sociali ben noti e auspicabilmente remoti. Quando però, solo in un secondo momento, la pellicola rivela la propria temporalità (collocata nel 2010, tanto recente da risultare inquietante), il pubblico viene vertiginosamente avvicinato alla materia trattata, in termini esperienziali e sociologici, e quest’ultima si rivela in tutta la sua attualissima urgenza.

Women talking

Un eccezionale cast corale

Altrettanto attuale e degna di nota è la messa in mostra delle modalità dialogiche e di dibattito che si instaurano nel corso dell’assemblea. In questo senso, l’intero svilupparsi del confronto assume le proporzioni di uno studio di semiotica in ambito di dibattito, posto in essere dalle modalità con cui i singoli personaggi si ritrovano ad incarnare punti di vista e opinioni che in breve trascendono la diegesi per elevarsi a statuti morali.

In questo modo, quasi sin da subito, si instaura un convincente ping-pong fra tesi e antitesi, argomentazione e contro-argomentazione, opinioni e obiezioni che con il passare dei minuti plasmano una struttura dialogica esatta, caratteristica e punto di forza del film, (ma anche sua potenziale debolezza, dato il poco spazio che deliberatamente viene lasciato all’azione vera e propria, rischiando così di soffocare un potenziale spettatore per mezzo della propria ora e mezza di fitto e inevitabilmente statico dialogo).

Da questo punto di vista, particolarmente intelligente si rivela la scelta di affidare i ruoli chiave a interpreti di primissimo piano, dall’esperienza pluriennale e di tutto rispetto, ma anche dalla capacità espressiva e da doti dialettiche sensazionali, che riescono a rendere credibile, e in qualche modo giustificabile, qualsiasi presa di posizione o opinione espressa; che non interpretano mai né sottotono né sopra le righe, delineando un cast corale in cui tutte le componenti sono ugualmente credibili e necessarie.

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In definitiva, Women talking non è certo il tipo di film che si presta a una molteplicità di visioni né ad una natura da pop-corn movie. Tuttavia, quegli elementi che lo rendono indubbiamente una pellicola di natura quantomeno parzialmente ostica sono anche le caratteristiche che lo rendono significativo, necessario e urgente: in una parola, importante (e quindi certamente degno di una visione).

PANORAMICA RECENSIONE

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Women talking è il dramma corale adattato per il grande schermo e diretto da Sarah Polley, in cui un cast di prim'ordine si rivela capace di veicolare con efficacia un messaggio urgente e significativo.
Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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