Il film “Nebraska” esce in Italia a gennaio 2014 ed è diretto da Alexander Payne. Ottenne 6 candidature ai premi Oscar e alla sua uscita ebbe un buon riscontro mediatico. L’attore protagonista Bruce Dern, per questo ruolo, vinse la migliore interpretazione maschile al festival di Cannes. Il quotidiano The Guardian lo inserì al 29esimo posto tra i migliori 100 film usciti dopo il 2000. Girato in bianco e nero, portò alla definitiva consacrazione l’attore Bruce Dern, il quale ha dedicato un’intera vita alla settima arte.
Nebraska, Trama
Un anziano signore di nome Woody Grant, è convinto di aver vinto una somma di 1 milione di dollari a un concorso di marketing. Il suo obiettivo è andare a riscuotere la vincita in Nebraska ma la famiglia è contraria vista la sua salute mentale. Solo il figlio David, si convince a volerlo accompagnare, per non deluderlo nella sua convinzione. Il viaggio on the road si rivela cruciale per i due protagonisti, i quali avranno modo di rafforzare il loro rapporto. La tappa di percorso nella sua città d’origine, per fare visita ai parenti, mostra una realtà americana del tutto particolare.
Nebraska, Recensione
“Nebraska” getta un affresco sulla condizione sociale americana, e pone uno sguardo dettagliato sulla realtà rurale e provinciale fatta di persone semplici e ignoranti, che vivono una condizione di povertà, in cui tentano di sopravvivere nelle piccole cittadine di provincia abbandonate da tutti.
Un sole caldo e abbagliante ricopre tutto il paese dalla quale proviene il protagonista, e un silenzio assordante si riversa in ogni strada, completamente deserta. L’unico passatempo pare essere quello di andare a bersi una birra in un locale o guardarsi la partita sul divano. Abitanti terribilmente annoiati e svuotati da tutto ciò che la bellezza della vita possa offrire.
L’avventura del nostro protagonista risveglia un po’ gli animi e riporta all’attenzione la maggior parte di anziani rimasti in una città che non guarda al futuro. Infatti i giovani sono assenti e gli unici presenti, come i cugini del figlio del protagonista, hanno guai con la giustizia, a dimostrazione di come la prospettiva di un futuro in provincia sia pari a zero.
L’America di cui si parla è distrutta da una crisi economica che ha ridotto le persone alla miseria, non a caso il film esce pochi anni dopo la crisi finanziaria del 2008. Sono spariti i valori e gli ideali a fare da guida alle persone, le quali vivono sotto un certo velo di ipocrisia, pronte a ingannare il prossimo. È evidente di come la scossa finanziaria sia andata a colpire famiglie di bassa estrazione sociale che già possedevano poco o niente. Resta il fatto che tutti vogliono comunque arricchirsi e inconsciamente continuano a sperare prima o poi, in cuor loro, di raggiungere una cospicua fortuna economica. Questa è la prova di come il sogno americano sia fallimentare e in questo film viene mostrato il rovescio della medaglia.
L’America raccontata è inoltre attraversata da politiche migratorie, tema sempre di attualità per la nazione, come nella scena della conversazione con i meccanici sudamericani. Si comprende di come vi sia una perdita di identità e di sicurezza, che è la causa di malessere dei cittadini. Il mondo è cambiato dall’infanzia del protagonista e si è globalizzato maggiormente. L’unica certezza è che adesso tutti si trovano sulla stessa barca, ed è quindi inutile tentare di farsi la guerra fra sé.
Il Passaggio del tempo in Nebraska
La storia racconta soprattutto del passaggio del tempo, di come gli anni volano in fretta. Viene affrontato un tema su cui è giusto riflettere, la condizione di vecchiaia e le conseguenze che può portare. Il film è molto compassionevole sul protagonista, classico uomo medio americano, che si ritrova a far fronte a una malattia tipica delle persone della sua età. La scelta del figlio è significativa, lasciare che il padre viva in un’illusione consolatoria e rasserenante o portarlo con i piedi per terra al mondo reale? Forse la risposta alla domanda è che, trovandosi davanti a questo spettacolo squallido e miserevole, è meglio rinchiudersi in una mente che almeno rassereni e dia un motivo alla propria esistenza. Il padre infatti, come sottolinea il figlio, si ritrova senza un obiettivo e proprio per la paura di rimanere senza uno scopo, che la sua mente tenta di aggrapparsi a qualunque cosa, anche inventandosi una realtà differente in cui il protagonista possa trovare conforto. Questo aspetto del film è molto emozionante, grazie anche a una colonna sonora che accompagna dolcemente questi momenti.
In Conclusione
Il film è perfetto nella sua costruzione visiva, si avvale di un’ottima sceneggiatura e può contare su un cast magistrale, dal primo all’ultimo personaggio. Bruce Dern prevale su tutti e dimostra di essere un attore straordinario, frutto anche della sua lunga esperienza cinematografica. Basta pensare che esordì nel film “Marnie” di Alfred Hitchcock del 1964. La fotografia è qualcosa di stupendo e contribuisce a rafforzare una storia già splendida di base. La regia è eccelsa e la scelta di mantenere le inquadrature fisse per descrivere, attraverso dei campi lunghi, i paesaggi provinciali americani è una gioia per gli occhi. Ogni fotogramma può essere inserito in una mostra artistica, in quanto molto vicini a dei veri e propri quadri. La colonna sonora è la ciliegina sulla torta e sottolinea i sentimenti d’animo dei nostri protagonisti, spesso malinconici e spesso spensierati.