Dopo gli enormi successi ottenuti alla regia di serie blasonate come Il Trono di Spade e Succession, Mark Mylod torna dopo undici anni a dirigere un opera destinata alla sala cinematografica. Il film in questione è The Menu, pellicola con Anya Taylor-Joy, Nicholas Hoult e Ralph Fiennes. Prodotto da Adam McKay e Betsy Koch, The Menu è stato presentato il 20 Ottobre alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma, mentre la sua distribuzione nelle sale italiane avverrà a partire dal 17 Novembre.
The Menu, trama
Un gruppo di undici persone, composto principalmente da personalità influenti e facoltose, si recano su un isola per partecipare alla degustazione dello Chef Julian Slowik (Ralph Finnes), famoso per le sue preparazioni e teorie inerenti la cucina molecolare, dove il cibo diventa strumento d’arte nelle mani dello Chef. Una cena lussuosa e fuori dall’ordinario attende i ricchi commensali, i quali non sanno che loro stessi saranno parte della tanto attesa cena.
The Menu, la recensione
Una decina di sconosciuti vengono invitati su un isola lontana da un soggetto avvolto da un aura di mistero. Gli ospiti non sanno bene cosa aspettarsi, un esperienza culinaria sensazionale, o forse una semplice cena? La realtà sarà ben diversa, e le pietanze servite saranno solo un contorno a quella che sarà la portata principale.
The Menu offre allo spettatore un soggetto molto semplice, che si ispira ai grandi classici del giallo, in particolare ai grandi racconti di Agatha Christie, condito però da alcuni elementi visivi caratteristici e da una grande freddezza dei personaggi protagonisti. Nonostante la semplicità della sceneggiatura, che non offre molti colpi di scena e rivela fin da subito quello che sarà il triste epilogo finale, Mark Mylod riesce a costruire una tensione crescente grazie a un susseguirsi di azioni sempre più estreme. Maggiori sono le portate servite, maggiore sarà la consapevolezza dei protagonisti di essere incappati in quella che sarà la loro “ultima cena”.
Come detto all’inizio, i partecipanti all’evento sono undici, divisi in cinque piccoli gruppi ognuno dei quali nasconde diversi scheletri nell’armadio; Sono presenti tre associati di una grande impresa, una coppia di critici culinari di enorme successo, un ricco uomo di età avanzata in compagnia della moglie, un attore e produttore cinematografico e la sua fidanzata, e infine una coppia di giovani fidanzati, lui un giovane e ricco appassionato di cucina, e lei una ragazza di umili origini, abbastanza fuori dal contesto in cui è casualmente capitata.
Un film che punta il dito contro la società e in particolare contro le classi più abbienti, colpevoli di costruire la loro ricchezza su bugie e inganni, e la cui morale e spesso annebbiata dal denaro. Non a caso il personaggio interpretato da Anya Taylor-Joy si dimostra il personaggio più scaltro e furbo, colei che prima degli altri capisce che qualcosa non va in quella che doveva essere una semplice cena. Un successo spesso costruito sulla pelle dei più deboli, e che lo Chef Slowik decide di vendicare in maniera plateale.
Ed è proprio lo Chef, interpretato dal sempre convincente Ralph Finnes, il personaggio più emblematico ed affascinante della pellicola. Un uomo raffinato, partito da zero, e che grazie al suo amore e talento per l’arte culinaria è riuscito a conquistare i vertici della ristorazione, tanto da essere il cuoco più acclamato e apprezzato del mondo. Un uomo ricco, famoso, che non sembra essere molto diverso dalle vittime da lui accuratamente scelte, ma che nonostante questo vuole porsi come paladino di valori e spada vendicatrice delle ingiustizie.
Un uomo che vuole debellare il male con il male, che nutre un profondo odio per il mondo a cui lui stesso appartiene e che spinto dalla propria megalomania vuole castigare gli ospiti utilizzando quella che è la sua arma migliore, ovvero la cucina.
Oltre alla buona scrittura dei personaggi e all’importante messaggio che il film cerca di mandare al pubblico, The Menu si mostra elegante anche sotto l’aspetto tecnico. La scenografia minimalista accompagnata da una fotografia dai toni molto scuri, mostra un salone buio, quasi privo di vita, illuminato da una luna esterna che sarà testimone dell’imminente massacro. In particolare la cucina, protagonista dell’opera e metafora di una società destrutturata e falsa, illumina i volti dei commensali compiaciuti, non tanto del pasto consumato quanto del loro smisurato ego.
Questo è The Menu, un film molto interessante, che si rifà alle storie di genere giallo del passato per raccontare e criticare la società contemporanea. Tutto questo viene messo in scena in maniera molto convincente, con un comparto tecnico semplice, senza troppi fronzoli, ma efficace e con dei personaggi ben scritti e interpretanti in maniera più che convincente.