The Invitation, una cena dai risvolti di sangue
Passano gli anni, ma The Invitation di Karyn Kusama rimane un thriller da cui i giovani registi avrebbero solo imparare. Approdato in Italia direttamente sul mercato home video grazie a Midnight Factory, è disponibile anche sul loro canale Prime Video. Kusama sceglie di affrontare temi quali il lutto della perdita e le successive conseguenze sulla psiche in un contesto paranoico e angoscioso, talmente tanto da essere il motore principale che porta avanti tutto. Non c’è spazio per altro, perché eccetto la scena iniziale premonitrice degli eventi il film è interamente ambientato in una villa arroccata su una collina di Hollywood, isolata e claustrofobica, dove si consumerà un terrificante invito a cena con delitto.
The Invitation: la trama
Will e Kira stanno per raggiungere la villa di Eden e David a cui sono invitati per una cena con dei vecchi amici. Eden e Will un tempo erano sposati, ma la morte accidentale del loro figlio ha rotto il matrimonio. Per l’uomo entrare in quella casa che un tempo fu della sua famiglia è una prova di coraggio e sin da subito si mostra a disagio e agitato. Come se ciò non bastasse si respira un’aria strana, ambigua. Will percepisce subito che qualcosa non va e il primo campanello d’allarme è proprio l’atteggiamento di Eden e del nuovo compagno David, un po’ troppo “felici” ed amichevoli. Gli amici di Will non si accorgono di nulla, mentre in casa arrivano persone estranee e l’atmosfera diventa sempre più inquietante.
Una storia surreale per una messa in scena ad hoc
Bisogna stare attenti a parlare di The Invitation, poiché basta un niente per scadere nello spoiler e la curiosità deve rimanere integra durante la visione per goderne appieno. Karyn Kusama dimostra un’ottima padronanza della materia, costruisce una storia thriller la cui anima è un dramma familiare tra i più terribili. Will non sembra essere andato avanti dopo l’accaduto, vive ancora nel passato e il senso di colpa lo tormenta, mentre Eden è insolitamente serena. Si scoprirà che la donna si è affidata ad una setta dai principi molto strani e ambigui. Scopo dell’organizzazione è far sì che le persone non soffrano più e dimentichino il loro dolore invece di accettarlo e conviverci assieme. Kusama offre tanti piccoli indizi a Will, ma anche a noi spettatori e per quanto il protagonista possa sembrarci paranoico nelle sue manie finiamo per credergli. Il disagio e l’ambiguità sono palpabili, ogni minuto che passa contribuisce ad alimentare la tensione. Certi che la bomba prima o poi esploderà, restiamo in attesa di sapere come e quando.
E’ tutto vero?
E’ una domanda lecita da porsi man mano che il film avanza. Will, interpretato da Logan Marshall-Green, è un protagonista emarginato, a disagio tra quelle persone che un tempo considerava amici stretti e che ora sente lontani. La sua mente è inquieta e il confine tra realtà e paranoia diventa sempre più sottile e viene naturale chiedersi se tutto sia frutto della sua fantasia e di episodi irrisolti del passato. The Invitation è un thriller, ma anche un dramma e il finale richiama l’horror tra i più brutali, una scena che tutti aspettavamo e che irrompe con prepotenza. Il film di Kusama, a distanza di ben sette anni, rimane un esempio da seguire per le nuove generazioni. Inoltre il mash-up tra generi operato dalla regista rimane tra i più raffinati e consapevoli degli ultimi tempi.