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Dracula di Bram Stoker – Il vampiro secondo Coppola

Mentre il Nosferatu di Eggers semina terrore in sala, Dracula di Bram Stoker secondo Coppola ci mostra un'altra versione del celebre vampiro

Il cinema vive anche di paragoni tra film di tempi diversi, cos’è rimasto, allora, del Dracula di Bram Stoker girato da Coppola nel 1992? Si può paragonare questo film alle altre versioni del vampiro più celebre della letteratura e del cinema? Oggi che Nosferatu secondo Robert Eggers si va aggiungere alla lunga e prestigiosa lista di registi che si sono confrontati con l’opera. È ormai un mantra introdurre qualsiasi versione partendo dalle origini, quindi dalla versione di Murnau, per poi approdare a quella di Herzog. Sicuramente le due realizzazioni più celebri, più amate dai cultori della materia. Francis Ford Coppola costringe, invece, a uscire un po’ dal seminato, con la versione forse più sentimentale e meno immediatamente orrorifica di tutte.

Dracula di Bram Stoker – trama e cast

Dracula di Bram Stoker si apre con un flashback nel 1462, dove il conte Draculea (Gary Oldman) dalla Transilvania si impegna a salvare il mondo cristiano. Tornato al suo castello, il conte scopre con sgomento della morte, per suicidio, dell’amata moglie Elisabetta (Wynona Rider), suicidatasi. La condanna alla dannazione eterna per essersi procurata la morte, fanno impazzire l’uomo dal dolore che rinnega la Chiesa e scatena le forze del maligno. Più di quattrocento anni dopo l’avvocato Jonathan Harker (Keanu Reeves) si reca in Transilvania per concludere l’acquisto di diverse case a Londra del misterioso conte, la cui storia gli è ignota. Il vampiro nota una foto della fidanzata di Jonathan, Mina Murray (Rider) e l’impressionante identicità della giovane con la sua compianta moglie. Costretto alla permanenza nell’oscuro castello, Jonathan scopre la verità sul conte.

Questi, intanto, si mette in viaggio per Londra a bordo di una nave della quale uccide l’intero equipaggio per poter ringiovanire. Giunto in città incontra Mina, alla quale si presenta col vero nome, ossia Vlad. Il conte per mantenersi giovane si nutre del sangue di un’amica di Mina, Lucy Wenstra (Sadie Frost). La donna si rivolge al dottor Seward (Richard Grant) per capire cosa le succede e il dottore chiama in suo aiuto Abraham Van Helsing (Anthony Hopkins). Intanto Jonathan riesce in qualche modo a scappare dal castello e a raggiungere un convento, dove ritroverà Mina, avvisata dalle suore della sua presenza. La sete di sangue del vampiro cresce fino a portare alla morte di Lucy. Il gruppo composto da Seward, Van Helsing, Jonathan e il promesso sposo di Lucy, Lord Arthur (Cary Elwes) si mette sulle tracce del non-morto. Gli uomini sono intenzionati a porre fine al terrore causato e sperano di riuscire a salvare Mina dal suo destino.

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Dracula di Bram Stoker – amore e morte secondo Coppola

Tra il serio e il faceto, Coppola ha detto diverse volte di aver realizzato Dracula di Bram Stoker per motivi principalmente economici. Non è dato sapere quanto il regista creda veramente a quanto dice ma ha realizzato una versione del vampiro personalissima, in un certo senso eretica. L’elemento dell’orrore trova respiro nella prima parte del film finendo – quasi – per sparire nel dispiegamento della storia. L’interesse amoroso del conte verso Mina diventa così il punto focale della trama, ma la vera forza agente del film è proprio la ragazza. La connessione tra i due diventa via via più forte, ma la sua intensità è un’intensità dannata. A supportare questo sforzo realizzativo importante contribuiscono sicuramente Gary Oldman e Wynona Rider. In questa storia dell’orrore che diventa quasi tragedia shakespeariana, sono loro due a campeggiare in modo appassionato e totale.

Dracula approdato a Londra dismette i panni del vecchio conte per diventare quasi un dandy londinese in linea coi tempi. Ma in questo rifacimento è come se trovasse nuovamente sé stesso, quello che era stato prima della dannazione eterna seguita alla morte della sua amata. Coppola non è quindi tanto interessato agli elementi di orrore della storia, quanto a tutto il resto. Quando la redenzione sembra a un passo, ci si accorge però della sua impossibilità. La sequenza finale è un’esplosione di lirismo, drammatica ma che in un certo senso riconcilia il conte, definitivamente, con la sua storia. Gli altri personaggi mai come in questo caso diventano sempre più secondari. Si distingue solo l’ultima sequenza di Van Helsing, nemico giurato del vampirismo, che capisce però i limiti della sua azione. Tutto è volto a raccontare una storia d’amore che si preannuncia impossibile e, appunto, dannata.

Coppola, Herzog, Murnau, Eggers

L’elemento di distinzione dalle altre versioni celebri di Dracula in Coppola è quindi quello di sacrificare l’horror al sentimento. Il Nosferatu di Murnau, capolavoro espressionista, era totalmente privo di qualsiasi riferimento sentimentale. Anche nella versione di Herzog non si può parlare di un coinvolgimento sentimentale, che in una chiave orrorifica, invece, Eggers ha ripreso. Nessuno di questi, Coppola compreso, interviene per modificare la fine tradizionale del vampiro. Sono, però, le modalità a differire, perché nella versione di Coppola il protagonista ritrova una sua natura umana.

Hanno, dunque, senso i paragoni tra film che pur partendo dallo stesso soggetto si ramificano attraverso la visione dei registi? A ognuno la sua risposta. Va tenuto a mente però che si tratta di opere che ci permettono di mettere a sistema una visione estetica del cinema in un certo momento. L’unicità dell’opera di Coppola, nel suo essere quella più lontana dal canone, resta e resterà – probabilmente – impareggiabile. Va da sé che una buona parte della riuscita del film si gioca sull’iconicità dell’interprete di Dracula. Qui sorge però un altro elemento che Coppola ha introdotto ed Eggers ripreso. Il protagonismo si divide in due, non più solo il conte, ma anche la donna, Rider per il primo e Lily Rose Depp nel più recente giocano in primissimo piano.

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Dracula di Bram Stoker

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Dracula di Bram Stoker, sì, ma di Francis Ford Coppola. Un vampiro dannato e innamorato che anche con l'horror in secondo piano riesce a raggiungere il cuore del pubblico.
Stefano Minisgallo
Stefano Minisgallo
Si vive solo due volte come in 007. Si fanno i 400 colpi come Truffaut, Fino all’ultimo respiro come Godard. Il cinema va preso sul serio, ma non troppo. Ci sono troppi film da vedere e poco tempo, allora guardiamo quelli belli. Il cinema è una bella spiaggia, come nei film di Agnes Varda.

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