Ponyboi è il secondo lungometraggio di Esteban Arango ed è stato presentato all’ultima edizione del Torino Film Festival. Si tratta di un thriller scritto e interpretato dal talentoso River Gallo, una storia drammatica e coraggiosa che racconta la realtà con profondo sentimento.
Trama
New Jersey, durante San Valentino. È una giornata intensa per il sex worker Ponyboi quando apprende che suo padre, con cui ha interrotto i rapporti, sta morendo. La pessima notizia riporta alla mente i vecchi ricordi della sua infanzia vissuta da persona intersessuale all’interno di una tradizionale famiglia salvadoregna. Le cose peggiorano ulteriormente quando un affare di droga va storto, costringendo Ponyboi a prendere una decisione drastica e lasciare New Jersey per salvarsi dalla mafia.
Il cast di Ponyboi
Ad intepretare il meraviglioso e struggente Ponyboi troviamo River Gallo. La sua interpretazione così intensa e drammatica cattura e ammalia il pubblico per tutta la durata della pellicola. Al suo fianco, nei panni della migliore amica Angel, c’è Victoria Pedretti, nota al grande pubblico per il suo lavoro nella serie You e in The Haunting of Hill House. Un inedito Dylan O’Brien abbandona le vesti del “bravo ragazzo” per interpretare qui Vinny, un uomo vile e traditore che tiene Ponyboi prigioniero del suo racket. Nel cast anche Indya Moore, Murray Bartlett e Keith William Richards.
Ponyboi e la disperata ricerca dell’amore
Partendo come il classico thriller legato allo spaccio di droga e alle organizzazioni criminali, Ponyboi svela ben presto un lato più profondo e legato a sentimenti veri. Un uomo intersessuale che non ha mai avuto nessuno al suo fianco e che si rifugia tra le braccia delle persone meno raccomandabili. Questa situazione lo fa finire in un giro di prostituzione e sostanze illegali, da cui è difficile uscire a meno che non rinunci alla propria vita. Tenuto sotto scacco da Vinny, che dice di amarlo per quello che è, il ragazzo cerca solo il vero amore, quello che non ha ricevuto dalla famiglia e dalle persone in generale. La disperata ricerca di quel sentimento puro spinge e muove l’essere umano da sempre, creatura sostanzialmente nata per stare in coppia e condividere la vita con qualcuno.
Esteban Arango costruisce, attraverso una fotografia al neon, una storia disperata e struggente, caotica e pessimista, che mostra al pubblico quanto il mondo sia marcio. Chiunque mente, non è possibile fidarsi di nessuno, neppure di chi dice di amarci. Una vita che ci mette costantemente alla prova e che Ponyboi conosce bene, ma in cui è stanco di stare. Tutto ciò che il protagonista e, per estensione, l’essere umano chiede, è di essere amato per ciò che è, pregi e difetti. Una corsa infinita e accelerata che trasforma questo thriller in un action on the road, tra inseguimenti e sparatorie, tra fughe e colpi di scena, tra cadaveri e droga. Una scrittura dettagliata e che fa forza su una serie di dialoghi ben costruiti e arguti. Non è un caso che le vicende si svolgano nel giorno di San Valentino, la feste degli innamorati per eccellenza, quell’amore che manca a Ponyboi.
Una pellicola LGBTQ+ sull’accettazione di sè
Ponyboi non è solo un sex worker, ma è un individuo intersessuale, incastrato tra ciò che fisicamente dovrebbe rappresentare e ciò che vorrebbe essere. Non è sicuro di ciò che desidera, l’unica cosa che sa è che chiede a gran voce di essere amato. Prima di poter essere amati da qualcuno, però, risulta necessario amare se stessi. La turbolenta notte di San Valentino servirà a Ponyboi proprio a trovare il coraggio di accettarsi per quello che è, senza guardare altrove, tra confronti e persone che lo sfruttano. Arango, con la sceneggiatura di Gallo, costruisce un’opera coraggiosa e intraprendente, che vuole andare decisamente in profondità al problema. Vuole lanciare un messaggio, che comprende la diversità, la sessualità e il gender. Una pellicola necessaria ora più che mai.
L’atmosfera corrotta dei sobborghi criminali del New Jersey si unisce al desiderio sognante di Ponyboi. L’incontro con il misterioso cowboy Bruce accenderà una luce, una speranza nel giovane. L’uomo mostrerà di essere attratto da lui al di là di ciò che sessualmente rappresenta. Una flebile fiamma che si muove nell’oscurità criminale americana. Ne è testimonianza l’aurea sognante e patinata che assumono le scene in cui i due parlano e si confidano. La pellicola rappresenta tutto il marcio che c’è nel mondo e non si parla solamente del lato criminale. La discriminazione è ancora un tasto dolente della società, che si muove tanto in periferia quanto nelle grandi città. La notte protegge e nasconde Ponyboi, fino a quando questo non sarà più possibile e svelando, dunque, la sua vera e meravigliosa natura. Ognuno di noi è semplicemente stupendo a suo modo.
Conclusioni
Ponyboi è un film forte e struggente, drammatico e coraggioso che porta avanti il concetto dell’accettazione di sè. Un protagonista intersessuale a cui è stato imposto un genere, ma che lo fa sentire stretto e costretto in una prigione personale. Il tutto immerso nell’atmosfera malavitosa dei sobborghi del New Jersey. Ponyboi desidera solo essere amato per ciò che è, un amore profondo e disinteressato, come quello che non ha mai ricevuto nella sua vita. Per farlo, però, dovrà prima confrontarsi con se stesso.