E’ proprio il 1993 quando nelle sale cinematografiche mondiali esce la commedia Mrs. Doubtfire, il sesto film diretto da Chris Columbus.
Il regista, sceneggiatore e produttore, è piuttosto famoso per i suoi film per famiglie: ha infatti scritto due grandi successi per ragazzi, i Gremlins (1984) e I Goonies (1985), fino ad arrivare a girare uno dei franchise più amati degli anni ’90, Mamma, ho perso l’aereo e il suo sequel Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York. E infine lo ricordiamo perché ha diretto i primi due film della saga di Harry Potter.
Mrs. Doubtfire: la trama
Daniel Hillard (Robin Williams) è un doppiatore di cartoni animati che purtroppo è stato licenziato per uno scontro morale con il proprio capo. Marito assente e padre senza regole si ritrova ad affrontare la crisi coniugale con la moglie Miranda (Sally Field), che deciderà di porre fine al loro matrimonio dopo l’ennesima bravata del marito.
Pur di stare con i propri figli, Lydia, Chris e Natalie, senza rispettare le disposizioni del giudice e le visite di sorveglianza di un’assistente sociale, Daniel si inventerà qualcosa di straordinario. Il padre si travestirà, facendosi aiutare dal fratello truccatore, da Euphegenia Doubtfire, una signora inglese che si presenta alla famiglia di Miranda per farsi assumere come governante e stare così con i suoi figli per almeno qualche ora al giorno.
Mrs. Doubtfire: la recensione
Columbus, con l’uscita di Mrs. Doubtfire, conquista critica e pubblico lasciando un segno al cinema degli anni ‘90: il regista ci consegna infatti una commedia che funziona perfettamente, la storia che mette in scena è divertentissima e allo stesso tempo drammatica poiché ci fa riflettere sulla crescita dei figli e sulle difficoltà dei genitori.
Il film vede un cast ben amalgamato, nel quale senza dubbio brilla, con una delle sue migliori prove, Robin Williams, che interpreta il nostro amatissimo papà della storia; anche Sally Field merita una menzione per la sua prova: ne esce una Miranda convincente, tra rabbia e voglia di tornare a essere di nuovo felice.
Il comparto degli addetti ai lavori invece è composto dagli sceneggiatori Leslie Dixon e Randi Mayem Singer, dal compositore della colonna sonora Howard Shore ma soprattutto, dai responsabili del trucco prostetico Greg Cannom, Ve Neill e Yolanda Toussieng (che vincono un premio Oscar).
Mrs. Doubtfire è sicuramente una commedia per ragazzi, ma è indirizzata anche al pubblico adulto perché rappresenta in modo sincero e onesto tutte le paure che può avere un padre quando si separa dai propri figli.
Il film risulta così duro talvolta nel mostrare le dinamiche con le quali i figli sono costretti ad accettare la separazione dei loro genitori.
Un po’ di risate nel dramma, ecco il segreto
La sceneggiatura di Mrs. Doubtfire funziona perfettamente perché alterna scene in cui emerge il talento esilarante di Robin Williams (ricordiamo la scena dove la finta governante fa le pulizie di casa sulle note di Dude-looks like a lady degli Aereosmith) a sequenze più riflessive e drammatiche, ma senza mai oltrepassare la retorica.
Il film diretto da Columbus quindi riesce a raccontare questioni difficili come le difficoltà del matrimonio e del divorzio affidandole a personaggi ben costruiti e non stereotipati. Per esempio il protagonista non è costruito in modo convenzionale ma anzi è animato da sentimenti complessi e contrastanti; anche Miranda è inizialmente rappresentata come una madre “cattiva”, ma in realtà si rivela essere una figura severa che ama i propri figli, anche se nel corso del film i litigi con il marito la porteranno a non sapere come agire nei loro confronti.
Nella realtà nessuno dei due genitori è assolto da colpe davanti alla crisi coniugale che viene rappresentata nel film con una dose equilibrata di ironia e dramma, gli unici a non avere responsabilità sono infatti Lydia, Chris e Natalie, i figli che subiscono le dinamiche genitoriali.
Mrs. Doubtfire: le conclusioni
Per concludere, dunque, il messaggio di Mrs. Doubtfire è assolutamente profondo: quando avviene una tragedia familiare che spezza l’armonia dei legami affettivi, non esistono mai ragioni o colpe nette. E la colpa, se esiste, non è mai un peso da scaricare sul coniuge ma una responsabilità condivisa da assumersi per il bene dei figli.
Mrs. Doubtfire offre al pubblico una giusta morale che suscita una riflessione realistica sul tema familiare, mai retorica nè buonista. Esplicativa è la scena finale del film dove Daniel, rispondendo alla lettera di una bambina, figlia di un divorzio ingiusto, la supporta con delle parole dolci-amare.
Un finale, quello del film, non ipotizzato dalla produzione (20th Century Fox) che voleva che Daniel e Miranda tornassero insieme, anche per il benessere dei loro figli, ma questo sarebbe stato un happy ending fin troppo falso.
A trent’anni dall’uscita di questa bellissima commedia americana possiamo affermare che di film per famiglie così divertenti e profondi quanto Mrs. Doubtfire, purtroppo, sembra non ne escano più.