L’11 settembre è un evento che, per dirla alla Diodato, “fa rumore”. In che senso? Nel senso che smuove coscienze, infiamma gli animi e porta alla mente immagini di sofferenza e distruzione.
Il crollo delle Twin Towers, lo schianto dell’aereo sul Pentagono e tutti gli eventi correlati, hanno inevitabilmente cambiato il mondo.
Cambia il modo di vedere le cose. La società non è più la stessa, così come non lo è la politica internazionale. L’11 settembre è una dichiarazione di debolezza, non voluta, ma è pur sempre un evento che mette a nudo certe paure.
Nell’immaginario collettivo, è stata necessaria la corsa al nemico. Andava trovato un antagonista, qualcuno su cui sfogare la rabbia accumulata. Non che non ci fosse. Ma è bene evidenziare che questo assunto di politica internazionale ha trovato la sua declinazione meno esigente.
Fatto sta che si è assistito a un inasprimento delle misure di sicurezza (negli aeroporti ovviamente). Sospetto e sfiducia hanno prevalso su qualunque tipo di sentimento positivo. Inutile appellarsi alla fratellanza: l’11 settembre è stato un colpo allo stomaco così forte che non c’è stato tempo (almeno per anni) per l’apertura mentale alla quale siamo abituati oggi.
Anche il cinema, a modo suo, ha risentito di quanto accaduto. Gli eventi hanno comportato a livello economico una disfatta momentanea più che palpabile. Un esempio? Bene, il film di Spiderman (previsto per la fine del 2001) è slittato al 2002 in tanti paesi, America compresa.
Il motivo erano le riprese. All’indomani della tragedia risultava palese che un film ambientato a New York non sarebbe stato girato in breve tempo. Per chiudere il film di Sam Raimi ci vollero diversi mesi aggiuntivi.
Negli anni poi, alla luce di tutti questi cambiamenti, Hollywood e non solo hanno provato chiaramente a raccontare l’attentato. L’11 settembre è finito inevitabilmente a far parte di alcuni prodotti filmici.
Di seguito si propongono cinque titoli che sono i più esplicativi (di quanto accaduto e delle conseguenze). Non tutti hanno a che vedere direttamente con quel giorno ma sicuramente hanno anche loro la capacità di fare parecchio rumore.
11 settembre – cinque film imperdibili
World Trade Center
L’11 settembre è stato rappresentato in vario modo. Bene dunque cominciare con il film più scontato di tutti. Non sarà di valore eccelso, ma è comunque imperdibile. Si tratta infatti di una pellicola scontata. Quella che viene in mente quando talvolta si esclama, davanti a un fatto del genere: <<ci faranno sicuramente un film>>.
World Trade Center è diretto da Oliver Stone e il cast vede come protagonista Nicholas Cage. Questo può risultare una certezza parziale. Da un lato un regista che incarna quasi alla perfezione (non ne voglia Clint Eastwood) lo spirito di essere americani. Dall’altra un attore da blockbuster come ce ne sono pochi.
Nota dolente il contesto scenico di riferimento. Se altre opere sono riuscite a cogliere il segno della fase storica di riferimento, World Trade Center è un film sull’11 settembre che coinvolge poco. Non vi sono riferimenti all’epoca, ma tutto è incentrato esclusivamente all’epopea dei sopravvissuti che devono essere salvati dalle macerie delle torri crollate.
Una visione doverosa ma non troppo profonda.
Fahrenheit 9\11
Il docu-film di Michael Moore (conosciuto anche per Bowling a Columbine) documenta per l’appunto l’11 settembre da un punto di vista diverso rispetto al titolo presentato poc’anzi.
Infatti, questo è uno sguardo meno patriottico sull’America di inizio millennio. Moore cerca di spiegare per quale motivo gli Stati Uniti sono finiti nel mirino del terrorismo internazionale. Senza scadere in volgarismi e riconoscendo sempre la portata della tragedia, Fahrenheit 9\11 offre uno sguardo può rivolto alla politica che all’umanità.
Lo scopo è storico-sociale non antropologico. Michael Moore è sempre stato interessato alla dietrologia nelle tematiche che tratta. Anche quì, arriva addirittura a teorizzare una certa vicinanza tra la famiglia di Bush Jr. e Osama Bin Laden (il cattivo dei cattivi).
Zero Dark Thirty
L’11 settembre, com’è stato già detto, non è un evento a sé stante ma rientra in un discorso più ampio. Zero Dark Thirty racconta per esempio la corsa al nemico a cui era stato fatto rifeirmento.
Jessica Chastain (interprete che è stata lanciata al grande pubblico con questo film) è incaricata di condurre le operazioni di ricerca di Osama Bin Laden. Tra biopic e film d’azione, Zero Dark Thirty racconta di un’America orgogliosa e determinata nel riprendersi la fiducia in sé stessa.
Di 11 settembre c’è poco, almeno a livello narrativo. Ma da un punto di vista umano e anche politico, questo è uno dei migliori a far comprendere quelle che sono state le dirette conseguenza degli attentati dell’11 settembre. Conseguenze grandi, durature e non solo immediate.
La 25ª ora
Spike Lee non poteva non dire la sua in riferimento all’11 settembre.
Uscito nelle sale a seguito della tragedia, la La 25ᵃ ora detiene un primato molto importante: è la prima opera in assoluto a mostrare Ground Zero.
Spike Lee ha saggiamente insaporito il contesto di riferimento dando una codifica scenografica allo svolgimento degli eventi.
La sensazione generale è che anche la vicenda reale si presta bene alla narrazione filmica che altro non ha a che vedere che con un processo di sconfitta e rinascita (anche se alcuni segni rimangono, tuttavia, indelebili). Nell’epopea del protagonista si percepisce infatti tutto il senso di rassegnazione e rabbia che è conseguito all’11 settembre.
Iconica la scena in cui Edward Norton parla con sé stesso allo specchio per inveire contro le varie realtà etniche che l’America aveva accolto. Segno che tuttavia, avrebbe dovuto prendersela solo con sé stesso, e non con un amico immaginario.
Remember Me – Un 11 settembre evanescente
Remember me accoglie una concezione evanescente dell’11 settembre. Gli attentati non sono diretti protagonisti della trama (anzi sono presenti solo in una scena) ma riescono tuttavia a essere l’arco di volta di tutto; il segno di dove finisce l’io e inizia il noi. La linea che fissa un irreparabile distanziamento tra scelta e sottomissione.
Il protagonista affronta problematiche di vario tipo. Mai avrebbe pensato di vivere un momento del genere. Eppure Remember Me insegna anche a curarsi del destino che se sceglie di decidere, allora per l’uomo è finita.
Il regista coglie nel segno questo messaggio e si fa portatore dello stesso tramite un espediente geniale (formalmente avulso dal contesto, ma sostanzialmente puntuale). New York, proprio come Tyler e Ally, è fatta di paure, di un passato che fatica ad andare via. La attende il futuro, quest’incognita meravigliosamente aleatoria che formatta tutto a suo piacimento.
Remember Me insegna a guardarsi indietro, a guardarsi avanti ma soprattutto a non sacrificare nulla del presente. Non tutto può essere scelto da noi; qualcun altro potrebbe farlo al posto nostro.